Preside licenziato in Giappone per aver preso un caffè più lungo del dovuto: perderà pure la pensione

In una scuola di Hyogo, in Giappone, un preside è stato licenziato per aver preso un caffè più grande di quello che aveva pagato al distributore automatico. La “truffa”, se così possiamo chiamarla, si sarebbe ripetuta più volte, per un totale di circa 4 euro. Un fatto che ha scatenato diverse riflessioni, sia in Giappone che nel resto del mondo.
Il furto
Il modus operandi del preside era semplice: dopo aver pagato per un caffè “medio” da un impiegato, si recava al distributore e premeva il pulsante per la versione “large”, ottenendo una dose maggiore di caffè a un prezzo inferiore. Un comportamento scorretto, senza dubbio, ma che ha portato a conseguenze inaspettate.
Le conseguenze
Un inserviente ha notato la scena e ha chiamato la polizia. Il preside ha ammesso il reato, sia all’impiegato che agli agenti, che lo hanno poi rilasciato. La notizia si è diffusa rapidamente nella scuola, creando scalpore e indignazione. Il preside è stato interrogato di nuovo dalla polizia e ha confessato di aver commesso lo stesso reato altre sette volte. A fine gennaio, è stato licenziato dal Ministero dell’Istruzione per “grave violazione del codice etico”, con la perdita della pensione, stimata a circa 121 mila euro.
Esempi simili
In Italia, un caso simile si è verificato nel 2018, quando un dipendente di un’azienda è stato licenziato per aver rubato un salame dal bar aziendale. Anche in questo caso, la pena è stata considerata da alcuni troppo severa, ma ha comunque acceso un dibattito sull’etica e la correttezza sul lavoro.