Presepe a scuola, il Moige attacca: “In certe classi vietano perfino l’uso della parola Gesù. No alla religiofobia”
Antonio Affinita, direttore generale di Moige (Movimento Italiano Genitori), in un’intervista a La Verità, ha espresso preoccupazione riguardo agli attacchi ai simboli natalizi nelle scuole.
Secondo lui, ciò rappresenta una forma di “religiofobia”, piuttosto che un comportamento dettato dalla logica dell’inclusione. Affinita sostiene che l’eliminazione di simboli natalizi come il presepe, canti e recite natalizie, costituisca un tentativo di imporre un laicismo estremista.
Moige ha ricevuto numerose segnalazioni tramite il suo sportello “Dillo al Moige”, in cui i genitori lamentano la discriminazione verso la festa di Natale nelle scuole. Le segnalazioni includono la proibizione di canti e recite natalizie, l’assenza di presepi, e il divieto di riferimenti alla nascita di Cristo. Secondo Affinita, tali pratiche non rispettano le altre culture, ma piuttosto sradicano valori fondanti della storia e cultura italiana.
L’argomento di Affinita si basa sull’idea che il rispetto per altre culture non dovrebbe comportare l’annullamento delle proprie tradizioni, come la rappresentazione del presepe. Il direttore generale del Moige osserva che i giovani hanno un interesse naturale verso altre culture e religioni e che la curiosità verso le festività natalizie è comune anche tra coloro che provengono da culture diverse. Per Affinita, l’imposizione di veti su tali tradizioni non è un segno di rispetto, ma piuttosto una forma di laicismo discriminatorio.
Affinita rileva che esistono ancora atteggiamenti che tendono a contrapporre laici e cattolici, soprattutto durante le festività natalizie. Tuttavia, secondo lui, tale dualismo è superato, e i genitori e i ragazzi sono più avanti rispetto a questi movimenti di pensiero. La richiesta dei giovani, indipendentemente dalla loro etnia o religione, è di vivere il Natale secondo la tradizione classica italiana, inclusi l’albero e il presepe.