Presenza dell’esercito nelle scuole, in Piemonte: docenti in disaccordo scrivono una lettera

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In Piemonte si è sollevata una protesta contro la presenza dell’esercito nelle scuole, in seguito a una circolare del Comando militare della Regione Piemonte che propone conferenze di orientamento e visite presso i reparti delle Forze Armate per gli studenti di primo e secondo grado. Un gruppo di docenti – come riporta Il Fatto Quotidiano – parte dell’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università, ha reagito con una lettera di protesta, esprimendo preoccupazioni per l’iniziativa.

Un contesto internazionale di tensioni e il reclutamento giovanile

I docenti sottolineano il loro disaccordo su un’iniziativa che considerano inconciliabile con i valori della scuola, soprattutto in un contesto internazionale segnato da conflitti e tensioni. La lettera evidenzia il rischio di trasformare le scuole in luoghi di reclutamento, specialmente in aree con alti tassi di abbandono scolastico e disoccupazione giovanile, con una preoccupazione specifica per i cosiddetti “Neet”, giovani che non sono inseriti in percorsi di istruzione, lavoro o formazione.

Le scuole come luoghi di pace e accoglienza

L’Osservatorio sottolinea che le scuole, secondo la Costituzione italiana, dovrebbero essere luoghi di formazione, accoglienza e educazione alla pace. Essi ritengono che le pratiche militari siano in contrasto con i valori pedagogici di democrazia, nonviolenza e sviluppo del pensiero critico, valori fondamentali per la formazione di cittadini consapevoli.

La richiesta di smilitarizzare la scuola

La richiesta è di “smilitarizzare” le scuole, preservandole come spazi dedicati alla costruzione di una società di pace e diritti. Questa protesta apre un dibattito più ampio sulla natura e il ruolo delle istituzioni scolastiche e sulle influenze che possono o dovrebbero essere presenti nel percorso formativo degli studenti.

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