MIUR – Una base per una programmazione settennale su ricerca e innovazione, un metodo che superi frammentazione e duplicazione nei progetti per un impiego efficace ed efficiente delle risorse. Sono i punti principali del documento finale "Horizon 2020 Italia", presentato oggi, alla presenza del Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Francesco Profumo e di John Bell, capo di Gabinetto del Commissario alla Ricerca, Innovazione e Scienza Maire Geoghegan-Quinn.
MIUR – Una base per una programmazione settennale su ricerca e innovazione, un metodo che superi frammentazione e duplicazione nei progetti per un impiego efficace ed efficiente delle risorse. Sono i punti principali del documento finale "Horizon 2020 Italia", presentato oggi, alla presenza del Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Francesco Profumo e di John Bell, capo di Gabinetto del Commissario alla Ricerca, Innovazione e Scienza Maire Geoghegan-Quinn.
Questo documento – di circa un centinaio di pagine, risultato della consultazione pubblica condotta dal Miur dall’11 ottobre al 16 novembre 2012 che ha coinvolto circa 6.000 cittadini – rende l’Italia l’unico Paese dotato di una base per un Programma Quadro nazionale su ricerca e innovazione allineato con l’Europa.
"Horizon2020 Italia" si rivolge principalmente a tutti gli interlocutori che agiscono nel mondo della ricerca e dell’innovazione, sia pubblici che privati, con l’obiettivo di evidenziare luci ed ombre nel sistema italiano ed europeo della ricerca e di individuare soluzioni realistiche, in una fase in cui un incremento della spesa pubblica non appare programmabile.
L’obiettivo della nuova strategia generale per il sistema della ricerca non è solo quello di accedere con maggiore efficacia alle risorse finanziarie che la Commissione Europea mette a disposizione, ma anche quello di aprire il nostro sistema agli stimoli ed agli incentivi della competizione internazionale. La composizione di tale quadro passa attraverso un equilibrio virtuoso tra competenze dei diversi livelli di governo delle politiche di ricerca e innovazione, tra Commissione Europea, Governo nazionale e amministrazioni regionali.
E’ importante che il nostro sistema individui rapidamente gli asset su cui fare leva, le linee di ricerca su cui investire prioritariamente e i partenariati strategici da favorire nel quadro della cooperazione internazionale per la ricerca e la tecnologia.
Il Paese deve esprimere una visione strategica ampia e di medio periodo, con la quale ridisegnare le modalità di relazione tra ricerca e sistema industriale. Nella costruzione di tale visione strategica, uno degli elementi centrali e fondanti è rappresentato dalla ricerca di un più virtuoso rapporto con le nuove politiche europee, definite dalla strategia Horizon 2020.
Scenario strategico
Diversi indicatori mostrano che è l’intero sistema europeo ad incontrare crescenti difficoltà nella competizione globale, forse proprio per la sua perdurante incapacità di essere sistema. Sia per pubblicazioni scientifiche che per numero di brevetti, l’Europa mostra un trend negativo rispetto a Stati Uniti, Giappone e Corea.
L’Italia è, nello scenario europeo, uno dei Paesi definiti "moderate innovators" con, in particolare, una bassa quota di esportazioni ad alto contenuto di tecnologia.
Il documento: scopo e proposte
In questo scenario, il documento raccoglie anche le proposte emerse dalla consultazione pubblica da parte dei cittadini e degli "addetti ai lavori". Sono principalmente quattro (collegate tra di loro per produrre un effetto positivo a cascata):
Favorire l’incontro tra la domanda di ricerca e innovazione espressa dai cittadini, con l’offerta da parte di università e imprese;
Mettere a punto un metodo di programmazione che possa incrementare l’efficacia e l’efficienza degli investimenti su ricerca e innovazione;
Aumentare l’attrattività del sistema per una maggiore mobilità dei ricercatori in entrata ed in uscita;
Intercettare quote crescenti di risorse europee.
Incontro tra domanda e offerta
Finalità del documento è quella di avviare subito, ed alimentare nel tempo, un ciclo virtuoso nel quale scuola e università svolgano il ruolo di formazione delle "comunità intelligenti" capaci di esprimere i bisogni reali dei cittadini, quelli che l’Europa definisce i Major Societal Challenges. Le espressioni democratiche dei cittadini, a livello locale (nelle amministrazioni regionali), nazionale (attraverso il Parlamento ed il Governo), e sovranazionale (nel Parlamento Europeo e nella Commissione Europea), devono quindi dimostrarsi capaci d’interpretare i bisogni espressi dalla società e tradurli in domanda di ricerca, nella forma di programmi e bandi.
Da parte loro, i sistemi di ricerca e innovazione pubblici (prevalentemente orientato alla conoscenza) e privati (prevalentemente orientato alle tecnologie) devono saper interagire efficacemente per rispondere a questa domanda con l’offerta di progetti e programmi di ricerca.
Incremento di efficacia, efficienza e qualità degli investimenti
Nel testo si evidenzia come l’incontro tra domanda, offerta ed efficacia nella ricerca e nell’innovazione, produce ricadute economiche e sociali proficue che vanno a beneficio dei cittadini e delle istituzioni.
L’immediata conseguenza è la crescita della "qualità" della domanda e una predisposizione maggiore di investimenti da parte dei cittadini.
Il documento evidenzia come la programmazione e il metodo possano portare ad un aumento del 50% delle risorse a disposizione e innescare così un ciclo virtuoso ed un effetto moltiplicatore.
Il nuovo portale "ResearchItaly"
Parte integrante di questo impegno per la ricerca è la nascita del nuovo portale web del Miur "ResearchItaly" sviluppato dal Consorzio CINECA, con l’obiettivo di fotografare, supportare e promuovere la ricerca italiana d’eccellenza. E’ disponibile, in italiano ed in inglese, all’indirizzo: www.researchitaly.it.
E’ rivolto non solo ai ricercatori, ma anche agli studenti e ai cittadini con l’obiettivo di mettere in rete sinergie differenti, ma utili per accrescere il sistema di ricerca italiano.
Aggiornamento su Bando Smart Cities Nazionale Nord
E’ giunta a conclusione la prima fase di valutazione dei progetti del bando Smart Cities (valore totale investimento pari a 655,5 milioni di euro di cui 25 milioni di euro per giovani ricercatori under 30). Su un totale di 148 idee progettuali presentate, per un valore complessivo dei progetti pari a 2.300 milioni di euro, sono stati ammessi alla seconda fase 82 progetti. Tra questi, entro il prossimo mese di maggio, verranno selezionate le 32 proposte che verranno finanziate (2 per ogni ambito).
Terminata invece la valutazione dei progetti di Social innovation per i giovani under 30 per cui il bando prevedeva un finanziamento complessivo di 25 milioni di euro. Sono pervenuti 408 progetti da giovani ricercatori con età media di 27 anni. Il valore complessivo dei progetti presentati è stato pari al 253,1 milioni di euro, ben 10 volte le risorse a disposizione. All’esito del processo valutativo, condotto da panel di esperti anche internazionali, sono risultati ammessi al finanziamento 40 progetti per un valore di 25 milioni di euro.
"La mia intenzione – spiega il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Francesco Profumo – è stata quella di avviare la costruzione di una nuova politica nazionale integrata. HIT2020 è un documento di visione ampia, a cui è stato deciso di affidare il triplice compito di rendere espliciti gli intenti strategici che si sono formati in questo anno e mezzo di lavoro, di consegnare al prossimo Governo un rendiconto strutturato dell’azione svolta e, soprattutto, di avviare un ampio dibattito nel Paese, tra i portatori di interesse diretti, ma anche tra l’insieme ampio di coloro che giustamente pretendono rendicontabilità sociale anche dagli investimenti in ricerca e innovazione.
Horizon Italy 2020 – prosegue il Ministro – risponde esattamente a questo obiettivo. Il mio augurio è che lo stimolo, anche metodologico, contenuto in questo documento inneschi una profonda rivisitazione, da affidare al Parlamento, degli strumenti, dell’impostazione e delle modalità di ascolto con cui verrà redatto il prossimo Piano Nazionale della Ricerca. E’ infatti indifferibile – conclude Profumo – la necessità di dotarsi di strumenti di programmazione più attenti allo scenario di riferimento europeo, alla situazione fattuale dell’industria nazionale e alle reali potenzialità del sistema pubblico della ricerca, collegando in modo inscindibile le scelte strategiche con la capacità finanziaria di sostenerle".