Precariato: solo 2700 docenti in Veneto, assunti su disponibilità di 4400, 1 docente su 5 in Sardegna è precario
A pochi giorni dall’inizio dell’anno scolastico, il panorama delle scuole in Veneto e in Sardegna appare molto complesso.
I dati nel Veneto
Carenza di dirigenti scolastici
Uno dei principali problemi riguarda la mancanza di dirigenti scolastici. Sono 138 le istituzioni scolastiche del Veneto che hanno visto assegnato un dirigente reggente, ovvero un dirigente di ruolo in un altro istituto, spesso situato in un Comune diverso. Questa situazione è il risultato di contenziosi legati al concorso nazionale per dirigenti scolastici del 2017, che ha portato a un ricorso al Tar. Attualmente, 120 aspiranti dirigenti che hanno partecipato al concorso-ricorso hanno chiesto di essere assegnati al Veneto.
Insufficienza di docenti
Un altro aspetto critico è la carenza di insegnanti. Le operazioni di immissione in ruolo per l’anno scolastico 2024/25 hanno portato all’assunzione di circa 2700 docenti, a fronte di un contingente di 4400 posti stabilito dal Ministero dell’Istruzione. Questo numero, tuttavia, non copre il fabbisogno necessario, considerando che lo scorso anno scolastico in Veneto i contratti a tempo determinato erano 18.000. La conseguenza è che molti studenti, soprattutto nelle scuole di primo e secondo grado, dovranno attendere settimane prima di avere un insegnante, in attesa della pubblicazione delle graduatorie provinciali di supplenza (Gps).
Problemi per il sostegno
Un ulteriore punto critico riguarda il sostegno per gli alunni con disabilità. Le richieste di ore di sostegno, derivanti dalle nuove certificazioni, non sono state completamente coperte, creando difficoltà a dirigenti, famiglie e soprattutto agli studenti che necessitano di questo supporto.
Una nota positiva
Nonostante le difficoltà, Viotto segnala un elemento positivo: l’assunzione a tempo indeterminato di 141 funzionari di alta qualificazione, ex precari, grazie all’impegno della Flc Cgil e di altre sigle sindacali per il riconoscimento di questa figura professionale nel contratto collettivo nazionale.
I numeri in Sardegna
L’aumento del precariato tra i docenti
Circa un insegnante su cinque, in Sardegna, si trova in condizione di precarietà, un dato che segna un nuovo picco di instabilità nel sistema educativo. Questo quadro complesso colpisce soprattutto la scuola primaria, dove molti insegnanti attendono da tempo una soluzione definitiva alla loro condizione lavorativa.
I docenti sardi e il concorso del 2020
Tra le categorie di insegnanti più colpite, ci sono i docenti della scuola primaria in Sardegna che hanno superato il concorso ordinario nel 2020. Su 106 insegnanti iniziali, circa 80 sono ancora in attesa di una stabilizzazione. Le assunzioni, infatti, sono state rallentate prima dalla pandemia e successivamente da difficoltà burocratiche legate alla regione. Questa situazione ha contribuito ad accrescere il numero dei docenti precari sull’isola, generando ulteriore incertezza.
Ritardi e il rischio di esclusione
Uno degli aspetti più problematici è legato al ritardo nella pubblicazione della graduatoria in Sardegna, avvenuta con un anno di ritardo rispetto al resto del Paese. Questo ha posto i docenti idonei del concorso 2020 in una condizione di svantaggio, esponendoli al rischio di essere superati dai nuovi vincitori dei bandi previsti nel 2024 dal PNRR. Di conseguenza, questi insegnanti rischiano di non beneficiare pienamente della validità biennale della graduatoria.
Proteste senza risposte
Nonostante le proteste e le manifestazioni, come il flash-mob davanti all’Ufficio scolastico regionale a Cagliari, e gli appelli indirizzati alle autorità locali, la situazione resta immutata. I docenti continuano a chiedere lo scorrimento immediato delle graduatorie, ma finora non si intravedono soluzioni concrete.
Anche il Consiglio regionale ha espresso preoccupazione per la vicenda, senza tuttavia riuscire a trovare una risposta efficace. La disparità di trattamento rispetto ad altre regioni continua a gravare sui docenti sardi, alimentando un clima di incertezza e frustrazione che sembra lontano dal risolversi.