Precariato, dalla Corte Europea può arrivare la sentenza sul riconoscimento dell’anzianità di servizio. In ballo 300mila docenti e oltre 2 miliardi di arretrati

La data del 12 marzo rappresenta un momento cruciale per migliaia di insegnanti provenienti dalle scuole paritarie. La Corte di Giustizia dell’Unione Europea si pronuncerà sul ricorso presentato dal sindacato Anief sulla validità di servizio svolto nelle scuole paritarie, reputato dall’amministrazione inferiore a quella dei periodi di lavoro condotti nelle scuole dello Stato.
Il problema è di notevole portata e riguarda i tanti insegnanti e amministrativi che a seguito del passaggio nel sistema scolastico statale, i servizi svolti nelle scuole paritarie non sono riconosciuti ai fini degli scatti stipendiali e della ricostruzione di carriera
Il Tribunale di Padova, lo scorso 14 agosto, ha rinviato il caso alla Corte Europea chiedendo di stabilire se sia stato violato il principio di non discriminazione tra lavoratori dello stesso settore, sancito dalla Carta dei diritti fondamentali dell’UE.
La questione nasce da un vuoto normativo: il decreto legislativo 297 del 1994 riconosceva il servizio prestato nelle scuole “parificate”, “legalmente riconosciute” e “pareggiate”, ma con la legge 62 del 2000 sulla parità scolastica, queste denominazioni sono state unificate sotto il termine “paritarie”. Tuttavia, il legislatore non ha aggiornato la terminologia per quanto riguarda la ricostruzione della carriera, creando un limbo giuridico che ha penalizzato economicamente oltre 300mila docenti.
L’impatto economico e le prospettive future
Una stima del 2018 quantificava in oltre 2,5 miliardi di euro il “risparmio” per le casse dello Stato derivante dal mancato adeguamento delle retribuzioni per circa il 30% degli insegnanti transitati dalle paritarie alle statali negli ultimi vent’anni. Se la Corte Europea dovesse accogliere il ricorso del docente, sconfessando anche precedenti sentenze della Cassazione e della Corte Costituzionale, si aprirebbe la strada a migliaia di ricorsi con elevate probabilità di successo.
Il presidente nazionale del sindacato Anief, Marcello Pacifico, si dice “fiducioso” sull’esito della sentenza: “Se il ricorso sarà accolto bisognerà riscrivere la storia. Da quel momento in poi, a qualsiasi ricorso presentato in Italia dovrà essere applicata la sentenza della Corte UE”. Il caso ricorda quanto accaduto con la Carta docente da 500 euro, inizialmente riservata ai soli insegnanti di ruolo della scuola statale, ma che la Corte Europea ha esteso anche ai supplenti, generando risarcimenti stimati in oltre 100 milioni di euro.
La redazione di Orizzonte Scuola sarà in diretta, su Facebook e YouTube, dopo la sentenza, con uno spazio informativo con tutti gli aggiornamenti