Precariato, Anief: Pas e concorsi riservati inutili se non cambiano regole assunzioni

comunicato Anief – Alla vigilia delle elezioni del Parlamento europeo, un particolare non di poco conto, arriva il via libera del ministro dell’Istruzione a “misure uniche e straordinarie per la stabilizzazione del precariato storico e sì a percorsi abilitanti aperti a tutti coloro che hanno acquisito adeguata esperienza, con selezione in uscita come nel 2013”:
nell’annuncio, ‘postato’ sul profilo Facebook dello stesso Marco Bussetti, si spiega che in tal modo si dà “seguito al “confronto costruttivo aperto insieme al Presidente Giuseppe Conte a Palazzo Chigi – Presidenza del Consiglio dei Ministri lo scorso 24 aprile con le organizzazioni sindacali”, così da “recepire nel primo veicolo normativo utile la proposta unitaria presentata dai sindacati, che troviamo concreta, di buon senso e in linea con il contratto di governo”.
La novità palesata dal ministro dell’Istruzione sembrerebbe essere bene accolta dai sindacati della scuola firmatari dell’accordo della terza decade di aprile, mentre per le forze politiche di opposizione si tratta di “una presa in giro a 24 ore dalle elezioni, misure senza cifre di copertura, atti concreti o tempistiche di attuazione”, sottolinea Anna Ascani del Partito Democratico.
IL COMMENTO DEL PRESIDENTE ANIEF
Le critiche dell’opposizione appaiono condivisibili. Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, i corsi abilitanti, se è vero che danno un’opportunità a chi inizia a svolgere questo mestiere, non bastano assolutamente a risolvere l’annoso problema della supplentite e del precariato scolastico italiano: “abbiamo ancora sotto gli occhi – spiega il sindacalista autonomo – le conseguenze dei corsi di tirocinio e formazione, i cosiddetti Fit, frequentati da decine di migliaia di docenti precari. Tra loro, ad oggi, ce ne sono ancora 35 mila in lista di attesa e se non cambiano le regole sul reclutamento molti di loro possono mettersi l’anima in pace e andare in pensione da supplenti”.
“Per non parlare degli idonei degli altri concorsi, ad iniziare da quello del 2016, che si ritrovano con un pugno di mosche in mano e la prospettiva di riiniziare tutto daccapo perché le graduatorie sono in via di cancellazione. In generale – continua Pacifico – ci ritroviamo con oltre 100 mila docenti già abilitati, che chiedono da tempo di essere stabilizzati attraverso un vero doppio canale di reclutamento. Ovvero chiedono di riapplicare né più né meno il modello di assunzioni previsto fino al 2012”.
“Pensare, quindi, di aprire alle abilitazioni e ai concorsi riservati, rappresenta solo un primo passo verso il cambiamento: la vera svolta, continuiamo a dirlo, arriverà solo quando si metterà in atto la clausola 5 della 70/99 UE, la quale permetterà a tutti coloro che hanno svolto più di tre anni di supplenze, anche non continuative, di andare a coprire con il ruolo il 50% dei posti vacanti e disponibili e anche il 100% nei tanti casi di mancanza di graduatorie di merito, considerando anche che le nuove frutto del concorso ordinario si realizzeranno non prima del 2020. Inoltre – conclude il leader dell’Anief quando si considereranno libere – riteniamo indispensabile che anche le tante cattedre oggi relegate in organico di fatto, come le 50 mila del sostegno, vengano finalmente collocate in quello di diritto per essere assegnate alle assunzioni a tempo indeterminato e anche alla mobilità”.
Sino a quando non avremo la stabilizzazione automatica di chi ha effettuato già 36 mesi di supplenze e l’assegnazione di risarcimenti adeguati, in presenza dei tanti abusi nei confronti del personale precario o anche già di ruolo, Anief continuerà quindi a portare avanti la più grande battaglia giudiziaria conosciuta dallo Stato per violazione della normativa comunitaria presso il tribunale di Roma con richieste di risarcimenti milionari.