Precari, Sasso (Lega) lancia un ultimo appello al Pd: “Non seguite il M5S o tradirete oltre 100 mila docenti”

Rossano Sasso, sottosegretario all’istruzione e deputato della Lega, lancia un ultimo appello al partito democratico sul tema della stabilizzazione dei precari chiedendo ai dem di sposare la formula presentata dalla Lega per correggere il decreto sostegni bis, che già ha iniziato il proprio iter in Parlamento.
“Tra pochi giorni la politica deciderà del destino di oltre centomila lavoratori precari della scuola statale. Le posizioni sono ormai chiare a tutti da mesi: da un lato, in perfetta solitudine, la Lega, che coerentemente alle battaglie di sempre chiede la stabilizzazione degli insegnanti precari; dall’altro, il Movimento 5 Stelle, che tradendo le proprie promesse elettorali abbandona donne e uomini alla disoccupazione dopo anni di servizio nelle nostre scuole. Nel mezzo, l’indifferenza di tutte le altre forze politiche e l’atteggiamento pilatesco della fu sinistra dei lavoratori, quel Partito Democratico che assiste inerte pur di non scontentare gli alleati grillini“, scrive Sasso su Facebook.
Il sottosegretario ammette che “attualmente in Parlamento la Lega e il centrodestra non hanno la maggioranza per decidere, ragion per cui ho rivolto in più di una occasione accorati appelli al PD pur di non abbandonare gli insegnanti precari a quella che si configurerebbe come una condanna professionale e umana“. Al momento, spiega Sasso, “zero risposte“, dal partito guidato da Enrico Letta.
“Ma vale la pena spendersi un’ultima volta“, insiste Sasso. Mancano pochi giorni alla discussione degli emendamenti che potrebbero rimediare alle mancanze del cosiddetto Decreto Sostegni-bis. Un intervento correttivo delle Camere sarebbe nel solco dello spirito cha ha portato alla formazione del Governo di unità nazionale, nato per portare gli Italiani fuori dall’emergenza e non per difendere gli interessi di partito“.
Il legista ricorda che “servono cattedre coperte a settembre, serve continuità didattica, serve rispettare la normativa europea che prevede la stabilizzazione dopo 36 mesi di servizio. Oltre 100.000 lavoratori precari della scuola attendono di conoscere che fine faranno. La sinistra seguirà il Movimento 5 Stelle e tradirà per sempre queste donne e questi uomini o supporterà la Lega che vuole garantire anche a loro un futuro?”
Il pressing della Lega
In verità il dialogo, stando a quanto riporta il responsabile scuola della Lega, il senatore Mario Pittoni, sembra essere iniziato: “Stiamo ora chiedendo di conoscere in via preventiva l’atteggiamento che intende assumere palazzo Chigi su tali correttivi, largamente condivisi nel mondo della scuola e sui quali è aperto il dialogo con le altre forze politiche per fare finalmente contare il Parlamento nelle scelte del Governo sulla scuola”. Dunque c’è il pressing su più fronti da parte della Lega per convincere il Pd ad adottare una linea comune per gli emendamenti al decreto sostegni bis, più in particolare, per quel che riguarda la fase transitoria dei precari. Secondo il “modello Pittoni”, bisognerà togliere il vincolo dei 36 mesi di servizio per i docenti precari da assumere in prima fascia Gps e contestualmente “pescare” anche dalla seconda fascia delle stesse graduatorie provinciali per le supplenze.
Le correnti interne del partito democratico
Il problema con cui si sta scontrando il partito guidato da Matteo Salvini è quello della presenza di più correnti interne al partito democratico e che dunque anche sulla scuola, si stenta a prendere una strada univoca.
Nonostante il monito del nuovo segretario Letta a non alimentare divisioni interne, scrive La Repubblica, in soli 70 giorni sono spuntate Le Agorà di Bettini, Rigenerazione democratica di De Micheli e Prossima di Furfaro e Oddati, che si aggiungono alle 8 componenti già esistenti, da Areadem a Base riformista.
Sulla scuola è spuntato un primo approccio, centrato però più sulla formazione per diventare docenti che una vera e propria idea su come intervenire per i precari: “Sebbene sia prevista anche nel Pnrr, la formazione iniziale dei docenti di scuola secondaria pare finita nel cono d’ombra: con un inspiegabile ribaltamento di prospettiva, il Governo ha messo mano, nel decreto, alle modalità di “reclutamento” e ha rinviato a un passaggio successivo la definizione delle caratteristiche professionali che i candidati al concorso devono possedere”, dice Manuela Ghizzoni, responsabile scuola del Pd.
“L’occasione di mettere mano al percorso di formazione iniziale dei docenti di scuola secondaria non va sprecata perché è adesso che serve un supplemento di professionalità per affrontare problemi pedagogici, didattici e relazionali inediti. Ci auguriamo che questa riforma possa essere condivisa dall’ampio schieramento che sostiene il governo“, aggiunge Ghizzoni.