Precari, il ritorno alle urne rallenta le riforme ma non le cancella: Anief si rivolge alle autorità UE per fermare l’abuso dei contratti a termine

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Anief – In Italia i tempi per la realizzazione delle riforme si allungano: dopo le dimissioni presentate dal premier nelle mani del Capo dello Stato e la caduta del Governo Draghi, con la decisione di andare anticipatamente alle urne a settembre, crescono i dubbi sul rispetto dell’iter dei progetti associati al Pnrr e alla revisione del reclutamento e della formazione dei docenti. Rimangono comunque in piedi le leggi, ad iniziare dalla 79/2022 approvata poche settimane fa, che non possono essere disattese. Per questi motivi, il sindacato Anief dichiara battaglia presso le autorità europee per difendere i diritti di migliaia di lavoratori precari che popolano le scuole italiane.

“Il tema del reclutamento per l’Anief non è stato affrontato fino in fondo – dice Marcello Pacifico, presidente del sindacato Anief, intervistato dall’agenzia Teleborsa – , per questo stiamo preparando una denuncia alle autorità europee competenti, al Comitato europeo per i diritti sociali, e siamo pronti a riandare dinanzi al Comitato dei Ministri del Consiglio europeo”. Il leader dell’Anief è convinto, infatti, che “dalla Legge 107 del 2015 e la Legge 79 approvata in quest’ultimo mese non arrivano le risposte adeguate che ci chiede l’Europa”.

“L’Europa – continua il sindacalista autonomo – ci aveva chiesto, come Stato italiano, di predisporre un percorso certo per i tanti precari della scuola italiana, per evitare l’abuso dei contratti a termine”, ricorda Pacifico affermando che “così non è stato e quindi ripartono le denunce ed i ricorsi in tribunale, soprattutto nelle more per avere i risarcimenti dovuti a migliaia di precari”.

Il giovane sindacato ricorda che è sempre attivo il ricorso Anief, rivolto al giudice del lavoro, per ottenere la partecipazione al piano straordinario di stabilizzazione o il risarcimento del danno per illecita reiterazione di contratti a termine.

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