Precari e boom di supplenze, Bianchi: “A nord mancano insegnanti, soprattutto di matematica e di italiano. Al lavoro per meccanismi permanenti nel tempo”

Il Ministro Bianchi mette a segno il suo primo vero colpo da quando è Ministro: è riuscito a convincere il Governo che la scuola deve riaprire il prima possibile e infatti il nuovo decreto covid varato dal Consiglio dei Ministri nella serata del 31 marzo prevede il ritorno in classe fino alla prima media nelle zone rosse. Adesso, però, l’attenzione del Ministro passa al prossimo anno scolastico, a partire dalle assunzioni dei docenti per coprire le numerosissime cattedre vuote. La domanda è: quale strada percorrerà?
“Abbiamo molte scuole del nord che storicamente mancano di insegnanti, soprattutto di matematica e di italiano e abbiamo, invece, molta disponibilità a l sud. Questo è un problema che stiamo affrontando, non solo per affrontare l’emergenza, ma per trovare dei meccanismi che diventino permanenti nel tempo. Bisogna uscire dall’emergenza pensando al dopo”, ha detto il Ministro Bianchi nel corso di una intervista a SkyTg24.
Il piano di stabilizzazione dei precari a cui sono legate le immissioni in ruolo di settembre è infatti ancora in via di definizione principalmente a causa dello scontro politico interno al Ministero dell’Istruzione: Il Movimento Cinque Stelle si dichiara apertamente contro possibili sanatorie e immissioni in ruolo dei docenti precari solo tramite titoli e servizio.
La Lega, invece, porta avanti la sua battaglia e mira a portare a casa un maxi provvedimento che preveda un corso-concorso per l’immissione in ruolo, per titoli e servizi, dei precari storici.
Il punto è che non c’è molto tempo: quest’anno, come sappiamo, per quanto riguarda le supplenze, abbiamo avuto numeri da record (negativo) che ha portato ad un totale di oltre 200 mila posti assegnati a supplenza. Il prossimo anno, potrebbe essere peggio. Lo si evince anche dall’elaborazione della Cisl Scuola, che prevede addirittura di toccare quota 220 mila supplenze nel 2021/2022.
Proprio il decreto covid presenta lo sblocco dei concorsi pubblici a partire dal 3 maggio: si “introducono procedure concorsuali semplificate. Tra le principali novità si prevede una prova scritta e una prova orale nei soli concorsi per il reclutamento di personale non dirigenziale“.
I concorsi saranno possibili grazie al nuovo protocollo del Comitato tecnico scientifico: le nuove regole prevedono lo svolgimento su base regionale e provinciale, evitando lo spostamento dei candidati da una regione all’altra. Richiesto per l’accesso l’esito negativo di un tampone effettuato 48 ore prima e l’obbligo di indossare mascherine Ffp2. All’interno della sede concorsuale ogni candidato avrà a disposizione 4,5 metri quadri e tra ognuno dovrà esserci una distanza di 2,25 metri.
Adesso però c’è da capire, tornando alla questione assunzione docenti, quale strada si adotterà: si procederà con concorsi ordinari, magari semplificati alla luce delle nuove regole dei concorsi della Pa oppure ci sarà un percorso riservato per stabilizzare i precari, per titoli e servizi?
Da evidenziare un aspetto: a distanza di un anno ancora ci si imbatte nello stesso scontro della passata primavera, quando la Ministra Azzolina aveva respinto la proposta di assunzione per titoli e servizi per i precari, puntando sì sul concorso straordinario, ma soprattutto sulle procedure ordinarie. Dopo un anno praticamente, nonostante siano cambiati Governo e Ministro, ci ritroviamo allo stesso punto: senza un piano chiaro di stabilizzazione dei precari, con concorsi ordinari che non forniranno nuovi insegnanti di ruolo nell’immediato e un nuovo, possibile, record di supplenti previsto il prossimo anno scolastico.