Precari, adesso il tema può diventare centrale: abilitazione e stabilizzazione i punti fermi

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La gestione covid nelle scuole (con tutti i suoi problemi) è organizzata. L’esame di Stato praticamente ultimato. Adesso Bianchi non può temporeggiare più: la soluzione al precariato della scuola dovrà diventare centrale nelle prossime settimane.

Il tema precari avrà sicuramente un ruolo preminente a breve. Infatti, si attendono novità in merito all’aggiornamento delle graduatorie provinciali delle supplenze: Il Ministero dell’Istruzione, inizialmente, aveva posticipato tutto al prossimo anno (dato che non ci sarebbe il tempo per un nuovo regolamento), ma poi, viste le rimostranze delle forze politiche e dei sindacati, aveva fatto (quasi) marcia indietro. Va trovato, però, lo strumento normativo per permettere l’aggiornamento e i nuovi inserimenti nel 2022.

Prima l’aggiornamento delle Gps

Molto dipenderà, come già scritto sabato scorso da Orizzonte Scuola, dal decreto Milleproroghe.

A spingere per l’aggiornamento in prima fila troviamo le Lega. Lo stesso sottosegretario Rossano Sasso fornisce aggiornamenti continui: “Chi vuole aggiornare la propria posizione, cambiare provincia o inserirsi per la prima volta in graduatoria ha il diritto di poterlo fare già da quest’anno. E io ce la sto mettendo tutta affinché questo diritto venga rispettato”, diceva pochi giorni fa il deputato. Che oggi ha anche rilanciato: “Dopo aver assicurato (a breve) ai docenti precari il riconoscimento di un loro diritto con l’aggiornamento delle graduatorie provinciali per le supplenze, il prossimo obiettivo sarà approvare un percorso che porti gli stessi all’abilitazione”.

Ma si guarda oltre: l’abilitazione e la stabilizzazione

La Lega però, spiega il responsabile scuola Mario Pittoni, ha già un piano composito che guarda ad una riforma del reclutamento complessiva: “la nostra attenzione (il dialogo è assolutamente trasversale) si concentra ora principalmente su due obiettivi: approvazione della norma su Percorsi formativi abilitanti all’insegnamento (PAS) e accesso diretto a corsi specializzazione sostegno con tre annualità di esperienza specifica; avvio della cosiddetta “fase transitoria” per il superamento del precariato cronico dei docenti e nuovo reclutamento, che chiediamo sia ispirato al nostro ddl 1920. Abbiamo infatti ulteriormente sviluppato tale progetto, che può fornire risposte efficaci per quanto riguarda l’impegno con Bruxelles nel contrasto alla precarietà e per una maggiore qualità del servizio”, dice il vicepresidente della commissione Cultura al Senato.

Un punto fondamentale da mettere in risalto è che quasi tutte le forze politiche che compongono la maggioranza sembrano guardare dalla stessa parte: il doppio canale di reclutamento, che metterebbe d’accordo anche i sindacati.

Da un lato, dunque, fornire un percorso chiaro per chi volesse diventare insegnante nei prossimi anni, compresa la formazione iniziale. Dall’altro lato, operare per procedere prima con l’abilitazione e poi l’assunzione in ruolo degli insegnanti precari.

Bianchi adesso non può rimandare più

Bianchi adesso ha il quadro piuttosto chiaro. La domanda è: come inserirà le richieste dal mondo politico e sindacale all’interno del suo disegno già avviato in tema di reclutamento.

Perchè, come abbiamo già spiegato, una prima parte della riforma del reclutamento è stata già avviata: si evince dalla relazione del Governo relativa agli interventi sul Pnrr.

Il decreto sostegni bis, ovvero il decreto legge n.73 del 2021 viene considerato come il primo tassello che andrà a comporre il nuovo percorso per diventare insegnanti. Questo vuole dire che i concorsi ordinari banditi nel 2021, che sono stati completati e quelli che stanno per partire (concorso scuola secondaria), rappresentano lo start al nuovo reclutamento.

Nel 2022, dunque, bisogna concentrarsi su quello che viene prima del concorso, ovvero la formazione iniziale e l’abilitazione: secondo le prime anticipazioni, l’idea è quella di far conseguire tramite CFU l’abilitazione all’insegnamento. Per fare ciò, chi entrerà in questo percorso, dovrà avere  60 crediti universitari nel settore pedagogico. Di questi però, 24 dovranno essere ottenuti tramite tirocinio.

A quel punto, chi avrà tali requisiti, potrà accedere ai concorsi semplificati che, a quanto emerge dalla relazione del Governo sul Pnrr, avranno la struttura dei concorsi già avviati nel 2021.

Chi supererà il concorso passerà all’anno di formazione e prova, che prevede una valutazione finale. Se questa risulterà essere positiva si avrà la conferma in ruolo.

La richiesta al Ministro Bianchi, dunque, è quella di allargare il progetto anche alla questione precariato.

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