Povertà educativa digitale, come scuola e famiglia possono fare la differenza. La guida per genitori e insegnanti

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On-life, è il termine usato da Save The Children per descrivere, nell’intreccio tra la dimensione fisica e quella digitale, il contesto in cui vivono e crescono i più giovani. Ed ecco che, in tale cornice, contrastare la povertà educativa digitale diventa una necessità per garantire a bambini e adolescenti la capacità di utilizzare in modo consapevole, sicuro e critico le tecnologie.

L’obiettivo non è solo tutelare il futuro individuale, ma anche assicurare una piena partecipazione alla comunità.

Povertà educativa digitale: cos’è?

Per povertà educativa digitale si intende la mancanza di opportunità per apprendere e coltivare i talenti mediante un uso responsabile degli strumenti digitali. Questo fenomeno rischia di amplificare le disuguaglianze sociali, ostacolando l’accesso ai diritti di cittadinanza digitale. In particolare, la possibilità di comprendere i linguaggi del digitale e di esprimersi online in modo consapevole è sempre più condizionata dalle condizioni socioeconomiche e territoriali.

I dati sull’uso del digitale tra i minori

Secondo un’analisi recente curata da Save The Children, in Italia il 32,6% dei bambini tra 6 e 10 anni utilizza quotidianamente lo smartphone, percentuale che raggiunge il 44,4% al Sud. Tra gli 11 e i 13 anni, oltre 6 su 10 hanno un account social, nonostante i limiti imposti dal GDPR. L’uso precoce della rete e dei social evidenzia la necessità di accompagnamento educativo da parte degli adulti, per evitare comportamenti a rischio come l’esposizione a contenuti inappropriati, il cyberbullismo o l’adescamento online.

I rischi della rete

A tal proposito, si segnala che nel 2024 i casi di cyberbullismo segnalati alla Polizia Postale sono aumentati del 12%, con la fascia 14-17 anni la più coinvolta. Sono stati registrati anche:

  • 2.809 episodi di pedopornografia online (+6%);

  • 370 casi di adescamento online (+5%), prevalentemente tra i 10 e i 13 anni.

A ciò si aggiunge l’uso problematico di social e videogiochi, che può provocare ansia da disconnessione o difficoltà nel controllo del tempo di utilizzo. La fascia più a rischio si conferma quella preadolescenziale.

Il ruolo educativo della scuola

Ed è qui che entra in gioco anche la scuola. Infatti, seppur la digitalizzazione scolastica stia avanzando, persistono, tuttavia, differenze in termini di dotazione tecnologica e formazione del personale docente.

Non è sufficiente, sottolineano gli esperti dell’organizzazione, saper usare gli strumenti: la sfida consiste nel leggere criticamente i contenuti, proteggere la propria identità digitale e sviluppare un pensiero autonomo. Per farlo, è necessaria una formazione sistemica che coinvolga studenti e insegnanti e che sia integrata nei percorsi curriculari, in particolare nell’ambito dell’educazione civica.

Il progetto Connessioni Digitali

In questa logica, Save The Children promuove, dal 2021, il progetto Connessioni Digitali che ha coinvolto 6.000 studenti e oltre 1.000 docenti in 17 regioni italiane, con l’obiettivo di colmare le disuguaglianze digitali e favorire una cittadinanza attiva e consapevole. Gli strumenti forniti hanno permesso:

  • la creazione di spazi didattici tecnologicamente attrezzati;

  • la realizzazione di percorsi biennali integrati con l’educazione civica;

  • la produzione di contenuti digitali da parte degli studenti (podcast, campagne di sensibilizzazione, narrazioni multimediali);

  • il rafforzamento della partecipazione femminile nel digitale, con effetti positivi tra le studentesse;

  • il potenziamento delle competenze e della motivazione dei docenti.

Alleanza scuola-famiglia-comunità

Uno degli elementi distintivi del progetto è la costruzione di una rete educativa che unisce scuola, famiglie, enti locali e associazioni. Le newsroom scolastiche hanno permesso di creare un terzo spazio educativo, dove anche gli adulti possono apprendere insieme ai ragazzi, come dimostra il caso di una scuola romana in cui genitori e figli hanno collaborato alla realizzazione di un podcast intergenerazionale.

La guida “Essere Genitori nell’Era Digitale”: un supporto per adulti consapevoli

Nel quadro delle azioni educative promosse per affrontare la povertà educativa digitale, assume particolare rilevanza la guida “Essere Genitori nell’Era Digitale”. Si tratta di un documento pensato per fornire indicazioni pratiche a genitori, insegnanti e adulti di riferimento, affinché possano accompagnare in modo adeguato bambini, bambine e adolescenti nell’uso della rete.

La guida è suddivisa per fasce d’età (5-8 anni, 9-11 anni, 12-14 anni) e propone consigli operativi su diversi ambiti:

  • introduzione di regole di utilizzo condivise;

  • supervisione nella creazione e gestione degli account online;

  • protezione dell’identità digitale;

  • promozione di un uso equilibrato tra autonomia e sicurezza.

L’obiettivo è offrire un quadro di riferimento educativo che aiuti gli adulti a riconoscere i segnali di un uso problematico e a promuovere un approccio critico, rispettoso e costruttivo alla rete.

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