Poveri precari: sorpassata in GPS, ora senza stipendio. Ci stanno uccidendo la passione. Lettera
Inviata da Barbara Mottola – Gentile redazione, vi leggo sempre per essere aggiornata e confrontarmi con altri colleghi, soprattutto chi, come me, vive costantemente nel precariato. Vorrei portare l’attenzione su un aspetto triste e vergognoso, che già altre volte avete trattato e segnalato. Ma non è mai abbastanza. Sono precaria, ho 46 anni. Ho un contratto a termine da GI, che rinnovano di mese in mese, ma ci sta.
Non importa che con 94 punti io sia stata sorpassata, anche quest’anno, da chi ne aveva molti di meno, grazie al famoso sistema dell’algoritmo. Quello che proprio non mi va giù è che, a tutt’oggi, io abbia ricevuto solo lo stipendio di settembre (dal 16 al 30). Eppure mi alzo ogni giorno alle 6, vado a scuola, faccio lezione regolarmente, ho 5 classi che seguo con passione. Preparo le lezioni nel pomeriggio, partecipo ai consigli, agli incontri con le famiglie. Faccio tutto con determinazione, perché mi piace, perché voglio arrivare al mio obiettivo, cioè essere in futuro un’insegnante di ruolo, poter fare progetti, sentirmi parte di qualcosa, non cambiare scuola ogni anno. Ma… ma. Nelle ultime settimane ho dubitato della scelta di insegnare. Ho pensato di avere intrapreso una strada sbagliata.
Perché va bene anche il precariato, ma lo stipendio no. Lo meritiamo come gli altri. Non facciamo niente di meno dei colleghi di ruolo, o di quelli chiamati da GPS. Perché dobbiamo essere umiliati? Perché dobbiamo sperare che arrivi un compenso dovuto, mentre gli altri colleghi aspettano gli arretrati dell’ultimo triennio? Come dovremmo vivere, nel frattempo? Sarebbe bello accendere una luce anche su di noi, gli ultimi, trascurati da Stato e sindacati, considerati meno di niente. Ci stanno uccidendo la dignità. E quel che è peggio, ci stanno uccidendo la passione.