“Poter confermare il docente di sostegno è un passo avanti. La formazione però non è mai abbastanza”. Le famiglie di alunni autistici approvano le novità sul sostegno [INTERVISTA]

Il nuovo decreto sport e scuola dopo essere stato approvato alla Camera passa al Senato. Si tratta di un provvedimento molto discusso, dato che contiene diverse misure relative al sostegno.
Fra i punti più contestati del decreto 71/2024 c’è quello che prevede, in nome della continuità didattica, la possibilità di confermare il supplente di sostegno da parte della famiglia.
In particolare, su richiesta della famiglia dell’alunno con disabilità, sarà possibile ottenere la conferma del docente in servizio a tempo determinato nel precedente anno scolastico, previa valutazione da parte del dirigente scolastico e nell’interesse del discente.
La conferma viene disposta prioritariamente nei confronti dei docenti in possesso dello specifico titolo di specializzazione per l’insegnamento agli alunni con disabilità. In assenza di ciò, si potrà passare anche a insegnanti ancora privi di specializzazione.
Da un lato l’opposizione e i sindacati hanno mostrato contrarietà al provvedimento. Ma cosa ne pensano i genitori di alunni con disabilità?
Ad Orizzonte Scuola interviene Dario Verzulli, presidente dell’Associazione Autismo Abruzzo Onlus, che espone il punto di vista delle famiglie di alunni e studenti con disturbi dello spettro autistico.
Il nuovo decreto 71 prevede la possibilità per la famiglia, concordato con il dirigente scolastico, di poter confermare il docente di sostegno per l’anno successivo nello stesso posto. Cosa ne pensa, considerando che potrebbe anche trattarsi di un insegnante ancora senza specializzazione?
La vita delle famiglie con bambini autistici è caratterizzata da infinite difficoltà oltre che dall’arrivo di una diagnosi mal comunicata e difficile da metabolizzare. La scuola appare all’inizio come un porto sicuro, un luogo dove tuo figlio, al netto delle sue difficoltà, sarà accolto e sostenuto. La realtà poi irrompe nelle tue speranze e ti accorgi che la scuola non è in grado di fare praticamente nulla e scarica su di te, genitore, ogni incombenza. Se si è fortunati e si trova un docente qualificato e disponibile, sapere che può si chiedere la conferma per l’anno successivo è un passo avanti. Sappiamo che tra queste dichiarazioni e la concreta possibilità vi è una grande distanza… ma dobbiamo vedere in questo un segnale positivo. Ovviamente, nel caso in cui il docente si sarà dimostrato impreparato e inadeguato la famiglia non ne chiederà la conferma.
Sulla questione dei titoli esteri? Il provvedimento permette a chi ha ottenuto il titolo all’estero e ancora non ha avuto riconoscimento, di poter “sanare” la propria posizione. Come si pongono le famiglie in tal senso?
Le famiglie comprendono il valore della formazione e della professionalità. La nostra associazione non ha elementi per valutare questo provvedimento ma se si è in presenza di docenti che sapranno applicare le norme del nostro sistema scolastico con le loro conoscenze potrebbero contribuire alla crescita dell’intero istituto. Le famiglie con figli autistici ogni anno affrontano problemi noti e questo aspetto appare loro poco rilevante.
In molti protestano anche per i percorsi da 30 CFU dedicati a chi ha 3 anni di servizio svolti, invocando un rischio ad una formazione non adeguata. Concorda?
Sì siamo concordi nel ritenere che i percorsi formativi per docenti di sostegno siano inadeguati per gli alunni e studenti con disabilità. Davvero molto pochi i casi di docenti preparati mentre una parte importante denota grandi difficoltà, proponendo soluzioni discutibili (PEI differenziato, esclusione da alcune lezioni, uso della stanza del sostegno). L’inclusione di un ragazzo autistico non è banale ma oggi esistono strumenti e possibili soluzioni che la scuola dovrebbe indagare e applicare, con la collaborazione della famiglia, delle Asl e di esperti qualificati, almeno nella fase di avvio. Una buona preparazione e una attenta osservazione possono salvare percorsi scolastici e per questi ragazzi si tratterebbe di grandi risultati. Per concludere la formazione non è mai abbastanza! Per l’autismo poi, i moduli oggi esistenti sono del tutto inadeguati.
Complessivamente ritiene che il decreto possa portare passi avanti all’inclusione scolastica?
Crediamo il punto più basso per l’inclusione scolastica sia stato toccato con il decreto 182/2020. Questi recenti provvedimenti sembrano invertire la tendenza. Sono “timidi” segnali che ci fanno sperare bene ma che pongono questioni importanti all’interno delle scuola. Un sogno sarebbe avere tutti i docenti preparati e pronti ad investire su tuo figlio autistico. Averne almeno uno capace e formato dovrebbe essere un diritto.