Potenziamento, Zaia: la loro “assomiglia all’assunzione dei 30 mila forestali calabresi”
Il corrente anno scolastico sarà a lungo ricordato, soprattutto per l’avvio (e la prosecuzione) caotico, contraddistinto dall’assenza di numerosissimi docenti in ogni scuola, soprattutto del Centro-Nord.
La causa dei ritardi nell’assegnazione delle cattedre scoperte è stata attribuita a due fattori principali:
1) il ritardo delle operazioni di mobilità, ritardando le quali le oprazioni assegnazione provvisoria si sono svolte a ridosso o a lezioni già inoltrate, per non parlare dell’attribuzione degli incarichi a tempo determinato (al 31/08 o al 30/06);
2) le assenze dei docenti entrati in ruolo, molti dei quali provenienti dalle regioni meridionali della Penisola, con il piano straordinario di immissioni in ruolo, i quali hanno preferito restare a casa, ricorrendo agi istituti previsti dal Contratto, cosa questa che visto le scuole impegnate nella ricerca di supplenti (operazione questa non facile).
Sulla questione sono intervenuti diversi esponenti del mondo politico, prevalentemente del Centro – Nord, che hanno evidenziato i disagi creati agli allievi, attribuendo la causa di tutto ciò alla Riforma del Governo Renzi.
Alle problematiche, sopra citate, il Governatore del Veneto Zaia ne aggiunge un’altra relativa all’utilizzo dei docenti assegnati sui posti di potenziamento (relativamente ai quali la nostra redazione non ha mancato di sottolineare il pessimo utilizzo, che ne stanno facendo i dirigenti scolastici), considerati dall’esponente della Lega posti “fittizi”e inutili alle scuole.
Duro il commento di Zaia relativamente alla Buona Scuola renziana e al caos che ha determinato. Queste, come apprendiamo dall’Ansa, le Sue parole:
“Le scuole venete nel caos, cattedre scoperte, istituti senza dirigenti, mancanza di insegnanti al Nord ed eccesso di insegnanti al Sud, l’anno scolastico 2016/2017 che di fatto non è ancora a regime, 48 mila insegnanti assunti in ruolo su posti fittizi ‘di progetto’ che non servono alle scuole. A mano a mano che passano i mesi, la cosiddetta ‘buona scuola’ di Renzi assomiglia sempre di più all’assunzione dei 30 mila forestali calabresi. Con tanto di ipotesi di un enorme danno erariale”.