Post con “bestemmia” su Facebook contro il governo: docente nella bufera. Ministero: “Chiesto verifica all’USR”

Un post su Facebook di un insegnante contro il governo scatena il putiferio. Il protagonista è un docente di un istituto scolastico di Firenze.
Botta e risposta tra destra e sinistra
Subito Fratelli d’Italia va all’attacco: “Il docente deve immediatamente dimettersi dal Consiglio dopo la ‘brillante idea’ di commentare sul suo profilo Facebook il nuovo nome del Ministero dell’istruzione con una volgare e squallida bestemmia”, hanno detto il capogruppo in Consiglio regionale Francesco Torselli e il collega a Palazzo Vecchio Alessandro Draghi insieme al coordinatore cittadino Jacopo Cellai.
“Il nostro gruppo – hanno aggiunto – ha chiesto nella quinta commissione del Consiglio regionale di fare un atto per sospendere il professor all’incarico”.
Il docente è anche capogruppo per un partito di sinistra al Consiglio di Quartiere. Lo stesso gruppo politico afferma: “Fratelli d’Italia a livello regionale non trova di meglio da fare che passare il proprio tempo su Facebook, per poter puntare il dito sulla sinistra alternativa. Perché probabilmente vuole evitare la possibilità di avere una vera opposizione nel paese. Ecco quindi che se la prendono con un post del nostro consigliere del Quartiere 4 (è capogruppo perché è l’unico, basta conoscere il regolamento). Ha bestemmiato. Quindi deve essere licenziato e uscire fuori dalle istituzioni. Hanno davvero avuto il coraggio di dirlo. Non solo: ne fanno una questione istituzionale. Così si useranno i soldi della cittadinanza per retribuire chi sta negli enti locali dietro a una vicenda simile. Forse Fratelli d’Italia non sa che le persone non sanno come fare ad arrivare alla fine del mese e nemmeno conosce cosa vuol dire tutti i giorni stare nelle scuole, o provare a svolgere il proprio mandato senza avere alleati di potere (tipo il fondatore di Forza Italia)”.
Il docente si difende: “Non ho fatto nulla di male”
L’insegnante, contattato da La Nazione, ha replicato affermando che quanto scritto “non è stato fatto durante l’orario di lavoro” e che “un conto è la vita privata, un altro conto quella politica e lavorativa all’interno della scuola tanto che il profilo in questione è privato. Dal punto di vista professionale – ha aggiunto – sono abbastanza tranquillo. Tutti i miei studenti possono confermare che io sono il primo a riprenderli su un linguaggio colorito o altre cose, sono tranquillo”.
Il Ministero dell’Istruzione: verificare eventuali responsabilità
Sull’argomento interviene il Ministero dell’Istruzione con una nota: “In riferimento all’episodio di Firenze, all’offesa istituzionale e alla volgarità blasfema di cui si è reso protagonista un professore, a esclusiva tutela della intera comunità scolastica e in particolare del ruolo e della dignità degli insegnanti e dell’interesse degli studenti, il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha chiesto al Direttore generale dell’ufficio scolastico regionale per la Toscana di verificare la compatibilità dei fatti accaduti con i doveri e le responsabilità che l’ordinamento prevede per un docente”.