Pornostar si incatena per protesta: “Messaggio sbagliato: si può essere discriminati per il proprio lavoro”. Applausi dagli studenti e interviene il preside: “Perché da noi no e da altre parti sì?”

Max Felicitas, attore del mondo dell’intrattenimento per adulti, avrebbe dovuto tenere una lezione di educazione sessuale in un istituto scolastico di Gallarate, in provincia di Varese. Tuttavia, l’incontro è stato annullato dall’Ufficio Scolastico Regionale a seguito delle pressioni del movimento Pro Vita, che si è opposto alla sua presenza a scuola.
Nonostante la cancellazione, Felicitas si è presentato comunque davanti all’istituto alle 7:30, accolto da circa 200 studenti tra applausi e slogan a favore della libertà di espressione.
La protesta simbolica di Max Felicitas
Per denunciare quanto accaduto, l’attore si è incatenato e imbavagliato, indossando un giubbotto con la parola “Libertà” ripetuta quattro volte. Un gesto simbolico che ha trovato il sostegno degli studenti, i quali hanno colto l’occasione per segnalare problemi strutturali della scuola, come infiltrazioni dal tetto e computer obsoleti. “Siamo stati discriminati. Max è un artista e sarebbe venuto a parlare ai ragazzi di temi importanti”, ha dichiarato il suo avvocato Lorenzo Puglisi.
Felicitas: “Messaggio sbagliato agli studenti”
Felicitas ha espresso delusione e amarezza per la decisione delle autorità scolastiche. “Chi ha deciso – ha commentato l’attore porno – dovrebbe cambiare lavoro. È stato dato un messaggio bruttissimo: si può essere discriminati per il proprio lavoro”.
L’incontro avrebbe affrontato argomenti come malattie sessualmente trasmissibili, uso del preservativo e bullismo. L’attore ha raccontato di aver subito episodi di bullismo, motivo per cui ritiene la scuola un luogo centrale per la sensibilizzazione su questi temi.
Il Preside: “Ho agito per evitare strumentalizzazioni, ma perché da altre parti sì e da noi no?”
Sulla vicenda è intervenuto anche il preside della scuola. “Lo stesso incontro, con lo stesso protagonista, è stato organizzato – ha spiegato – in un liceo milanese senza che vi fossero polemiche di sorta. Perché lì sì e da noi no? Io ho deciso di sospendere l’incontro dopo una comunicazione ufficiosa dell’USR e l’ho fatto per tutelare i ragazzi da strumentalizzazioni”.
Il Preside ha anche precisato che la scuola non ha ricevuto alcuna comunicazione diretta dall’associazione Pro Vita, le cui proteste avevano scatenato le polemiche dei giorni scorsi. “Se mi avessero chiamato – ha spiegato – ci saremmo confrontati. Avrebbero potuto partecipare all’incontro e parlare con gli studenti, ma hanno preferito comunicare con noi tramite la stampa”, ha spiegato.
Resta dunque aperto il dibattito sulle ragioni che hanno portato alla cancellazione dell’incontro e sulle eventuali pressioni esterne esercitate sull’istituto.