PNRR Scuola: chi ha paura dell’elearning?

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Il Ministero dell’Istruzione ha stanziato 450 milioni di euro affinché tutte le scuole italiane (circa 8000) possano formare il proprio personale sulla transizione digitale.

Questa iniziativa, regolamentata dal DM 66/2023, rappresenta un’importante opportunità di crescita per il sistema scolastico. Tuttavia, come evidenziato dalla testata Agenda Digitale, il decreto presenta una criticità: i dirigenti scolastici sono lasciati “liberi” di scegliere i formatori sul mercato, senza avere a disposizione strumenti adeguati per valutare la qualità della formazione erogata.

Questo aspetto è particolarmente problematico considerando che in Italia vi è una carenza di formatori realmente competenti in tema di tecnologie didattiche (come nota sempre Agenda Digitale).

Per far fronte a questa mancanza di formatori qualificati, sarebbe stato opportuno puntare anche sull’e-learning, permettendo ai dirigenti di acquistare corsi online strutturati (MOOC), prodotti da gruppi editoriali e aziende specializzate. Invece, il DM 66/2023 considera l’e-learning solo come erogazione a distanza e sincrona di lezioni, escludendo esplicitamente i moduli registrati e limitando di fatto l’offerta formativa a webinar estemporanei.

Una situazione analoga si era verificata con l’Avviso 84750 del 10/10/2022, sempre nell’ambito del PNRR, che prevedeva l’individuazione di 50 scuole polo per formare 650.000 docenti su modelli innovativi di didattica digitale. Anche in quel caso, l’utilizzo di MOOC era consentito solo sulla piattaforma Scuola Futura e previa acquisizione dei diritti a cifre irrisorie, scoraggiando di fatto l’adozione di corsi di qualità prodotti da gruppi editoriali.

Queste “sviste” sembrano non tenere in considerazione le peculiarità dei corsi MOOC, che grazie alle loro caratteristiche editoriali e produttive sono in grado di raggiungere in modalità asincrona un vasto numero di docenti, offrendo contenuti realizzati non solo da esperti di didattica digitale, ma anche da professionisti dell’e-learning come progettisti didattici, editor, video maker e informatici.

Invece di fornire alle scuole gli strumenti per valutare la qualità dei migliori corsi e-learning, gli unici in grado di conseguire l’ambizioso obiettivo di formare tutto il personale scolastico con esperti competenti, si è preferito limitare fortemente la possibilità per i dirigenti di avvalersi dell’e-learning asincrono.

Resta da valutare quali saranno i risultati di questo biennio di formazione (2024-25) finanziato con i fondi straordinari del PNRR. Il mancato raggiungimento degli obiettivi previsti potrebbe comportare gravi conseguenze finanziarie, con il rischio di non ottenere l’erogazione completa dei finanziamenti.

Tuttavia, riteniamo che ci sia ancora la possibilità di correggere la rotta entro il 2025, riconoscendo finalmente il valore dell’e-learning e dei MOOC anche in ambito scolastico, come già avviene nel settore professionale privato ma anche in migliaia di università in tutto il mondo e in prestigiosi atenei italiani come il Politecnico di Milano e l’Università Federico II di Napoli.

Per farlo, però, occorrerà prima fare chiarezza su un dubbio importante riguardante il PNRR per la Scuola: chi ha paura dell’e-learning?

Prof. Carmelo Ialacqua
Docente Istituto Istruzione Superiore

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