PNRR asili nido: solo il 3% dei progetti risulta concluso, a rischio 20 mila posti. I dati dell’Ufficio Parlamentare di Bilancio e i possibili scenari

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Il declino demografico rappresenta una delle sfide più rilevanti per il nostro Paese. I dati Istat sono chiari: da un lato, si registra un -34% di nascite rispetto al 2008 (anno in cui si registrò il valore più alto dall’inizio degli anni Duemila), dall’altro, il numero medio di figli per donna è sceso a 1,20 nel 2023, avvicinandosi al minimo storico di 1,19 figli per donna, registrato nel 1995.

In questo contesto, il potenziamento dei servizi per l’infanzia è diventato una priorità nelle politiche europee e nazionali, con l’obiettivo di favorire la natalità attraverso un miglior accesso a strutture educative per i bambini sotto i tre anni. Per affrontare questa necessità, il PNRR ha stanziato 3,24 miliardi di euro per l’ampliamento dell’offerta di asili nido e scuole dell’infanzia, con la previsione di creare 150.480 nuovi posti. A questi fondi si aggiungono ulteriori risorse nazionali, per un finanziamento complessivo di 4,57 miliardi di euro.

Tuttavia, in base ai dati pubblicati sul portale governativo Italia Domani, risultano spesi solo 244 milioni di euro. A meno di due anni dalla fine del PNRR si rischia di perdere 3 miliardi di euro.

Stato di avanzamento dei progetti e criticità emerse

L’Ufficio Parlamentare di Bilancio descrive le difficoltà nell’implementazione del PNRR, in particolare per quanto riguarda il segmento degli asili nido. In particolare, segnala che l’adesione da parte dei Comuni, specialmente nelle aree del Mezzogiorno, è risultata limitata, a causa di carenze strutturali e amministrative. Per assegnare tutte le risorse disponibili sono state necessarie più procedure di finanziamento.

Secondo i dati della piattaforma ReGiS, al 9 dicembre 2024, sono stati censiti 3.199 progetti, ma l’utilizzo effettivo delle risorse è stato inferiore alle previsioni. Dei 1,7 miliardi di euro previsti per il 2024, ne sono stati spesi circa la metà (816,7 milioni). La maggior parte dei progetti avviati nel 2020 e 2021 si trova ancora in fase esecutiva, mentre solo il 3% è stato concluso.

La distribuzione territoriale mostra andamenti diversi:

  • Centro e Nord: prevalenza di progetti in esecuzione (rispettivamente 72,7% e 70,9%);
  • Mezzogiorno: quota leggermente inferiore (69%);
  • Nord Italia: il 18% dei progetti è in fase conclusiva, la percentuale più alta del Paese.

Obiettivi del PNRR: possibili scenari di realizzazione

In questo contesto, l’Ufficio Parlamentare di Bilancio sottolinea che il raggiungimento dell’obiettivo di 150.480 nuovi posti entro giugno 2026 appare incerto. Il Focus ha elaborato tre possibili scenari, nessuno dei quali prevede il pieno conseguimento del target:

  • scenario più favorevole: mancherebbero circa 500 posti;
  • scenario meno favorevole: il divario salirebbe a 26.000 posti;
  • stima con minori correzioni sui dati dichiarati: lo scarto si attesterebbe su 17.400 posti.

I nuovi posti disponibili sarebbero compresi tra:

  • 93.239 e 110.831 per gli asili nido;
  • 31.063 e 39.175 per le scuole dell’infanzia.

Copertura del servizio: divari territoriali e disuguaglianze

A differenza degli obiettivi del PNRR, quelli previsti dal Piano Strutturale di Bilancio risultano più accessibili, anche a causa del calo delle nascite. Nel 2026, nel peggior scenario previsto, la copertura nazionale raggiungerebbe il 36,1%, mentre il valore più basso a livello regionale si registrerebbe in Sicilia (24%). Nello scenario più favorevole, tutte le regioni, tranne Campania e Sicilia, supererebbero il 33% di copertura.

L’attuazione del PNRR contribuirebbe a ridurre il divario Nord-Sud, ma aumenterebbe le disuguaglianze interne alle singole Regioni. Il 96,6% dei Comuni con meno di 500 abitanti rimarrebbe privo di strutture per l’infanzia. Inoltre, anche in centri più grandi, l’offerta potrebbe risultare insufficiente rispetto al numero di utenti potenziali.

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