Pittoni (Lega): “Continue le vessazioni ai danni dei docenti. Siamo pronti a superare il problema del precariato”

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“Vince la competizione globale – perché tale è – il più preparato, il più attrezzato. Mentre non è proiettato nel futuro un Paese che svilisce il proprio corpo docente generando una selezione qualitativa al contrario, con i migliori di fatto spinti a scegliere altre strade – e non solo per i salari lontani dagli standard europei – mettendo a rischio la formazione degli studenti”.

Così il senatore della Lega, Mario Pittoni, responsabile Dipartimento Istruzione Lega e vicepresidente Commissione Cultura del Senato

“Delle vessazioni a danno degli insegnanti è un plastico esempio l’assegnazione dei supplenti, sistematicamente fuori dal rispetto dei diritti acquisiti e dal buonsenso. Quasi sempre il problema deriva da errori nelle graduatorie, a loro volta conseguenza dei tempi impossibili ai quali la gestione amministrativa è troppe volte condannata da una politica schizofrenica e dall’assenza di una regia competente a livello ministeriale. Come uscirne? Con il superamento del commissariamento di fatto del ministero dell’Istruzione. Troppe le interferenze di altri Palazzi, ben oltre la vigilanza per evitare sprechi”.

“Un altro esempio è il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri sui percorsi formativi abilitanti all’insegnamento, ancora in lavorazione. Vi sono pressioni affinché conservi le caratteristiche del vecchio Tfa: numero chiuso (mascherato) e tirocinio pure per chi insegna da molto tempo. Approccio, quindi, pesantemente vessatorio nei confronti dei docenti con esperienza e in lista d’attesa anche da nove anni”.

“Se il braccio di ferro in corso si risolverà a favore di tale linea, ci ritroveremo nella stessa situazione prodotta in questi anni dal Tfa: mancanza di insegnanti abilitati e mancanza di specializzati sul sostegno. È il momento di voltare pagina. Abbiamo demandato a un Dpcm il provvedimento sui percorsi abilitanti per dare un colpo di acceleratore a un intervento atteso da troppo tempo e che interessa centinaia di migliaia di docenti. Non per ripetere errori del passato. Il meccanismo non deve prevedere numero chiuso e non ha senso imporre il tirocinio a chi vanta non meno di tre annualità d’insegnamento”.

“Un ulteriore problema è costituito dal vincolo di permanenza, che sulla carta dovrebbe garantire la famosa continuità didattica, ma nei fatti non funziona. Sommandosi alle paghe inadeguate, scoraggia infatti spesso l’insegnante mandato lontano da casa dall’accettare l’incarico mettendo molti istituti in difficoltà. Solo a Palazzo non se ne sono accorti. Sulla questione abbiamo un dialogo aperto con i sindacati per mettere a punto una strategia condivisa, basata su incentivi invece che imposizioni mai efficaci”.

“C’è da dire, comunque, che alla vigilia del voto che dopo undici anni – stando ai sondaggi – dovrebbe finalmente restituire ai cittadini un Governo politico, non c’è forza politica che non si dica pronta a impegnarsi per superare il problema del precariato nella scuola. E la Lega ha un progetto ampio e articolato, il ddl 1920 depositato a mia firma già ad agosto 2020, per risolvere in via definitiva la questione. La proposta individua per la prima volta sedici diverse situazioni, offrendo soluzioni che – sempre per la prima volta – non pongono le categorie in concorrenza tra loro rendendola di fatto impraticabile”.

“Viviamo un presente fatto di studenti che, specie nel sostegno, devono confrontarsi con un cambio continuo di docenti, quando sarebbe loro diritto disporre di insegnanti titolari, che abbiano il tempo di conoscerli e personalizzare il servizio caso per caso. L’Europa chiede qualità? Già assegnare a questi ragazzi i loro docenti sarebbe un notevole passo avanti. Si preferisce invece disperdere energie impegnando ogni anno per mesi le strutture scolastiche alla ricerca di 150/200mila supplenti. E’ vero che con la crisi demografica tra un decennio potremmo avere un milione di alunni in meno, ma oggi la situazione è opposta: mancano insegnanti, non studenti. E comunque con il turnover anche un eventuale surplus di docenti si può riassorbire al ritmo di 25mila unità l’anno. Urge una fase transitoria con un grande piano di stabilizzazione delle decine di migliaia di insegnanti precari ai quali lo Stato dà fiducia da una vita, senza però mai assumerli in via definitiva perché fa aumentare i costi. Ma anche mantenere le famiglie nell’insicurezza, impedendo di sviluppare un progetto di vita, ha i suoi costi e nel tempo potrebbero risultare ben superiori per l’intera comunità”.

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