Pistorino (FLCGIL Sicilia): la professoressa Rosa Dell’Aria andrebbe premiata, non sanzionata [INTERVISTA]

“Una professoressa di italiano che fa quel tipo di lavoro e che raggiunge l’obiettivo di stimolare il senso critico dei suoi studenti va premiata, non sanzionata”.
Graziamaria Pistorino, segretaria regionale della Flc Cgil della Sicilia, si dice dispiaciuta e preoccupata per quello che è successo alla professoressa Rosa Dell’Aria, sospesa dal servizio e dallo stipendio con l’accusa, che sta facendo discutere l’Italia intera, di non aver vigilato sui propri studenti di seconda classe dell’Istituto Tecnico industriale “Vittorio Emanuele III” di Palermo, che hanno prodotto un elaborato in Powerpoint in cui si fa un accostamento tra la Legge Sicurezza voluta dal ministro Salvini e le Leggi razziali degli anni ’30.
“ Non so – insiste la sindacalista – se un cittadino medio si rende conto dello sforzo che fa una docente di italiano in un istituto tecnico, dove i ragazzi sono attratti da materie diverse e dove l’italiano, la letteratura, devono ogni giorno conquistarsi lo spazio e l’attenzione dei giovani. La scuola della Costituzione sancisce che dobbiamo rimuovere gli ostacoli che impediscono o che rendono difficoltosa la partecipazione democratica di ognuno. Proporrei dunque un’onorificenza alla professoressa, non una sanzione”. Ma la sindacalista, che giudica esagerato l’accaduto, vede nel medesimo un esempio indiretto di scarsa attenzione verso i bisogni della scuola e di chi la frequenta. Specie al Sud.
Professoressa Pistorino, non bastavano le aggressioni fisiche dei genitori e degli studenti, ci si mette anche l’amministrazione a punire gli insegnanti…
“Bisogna riconoscere che è il clima che ci preoccupa e non il fatto in sè. La credibilità del comparto scuola è diminuita a causa delle continue riforme. I provvedimenti di questi ultimi cinque anni sono stati vessatori, la scuola è stata davvero maltrattata. Anche quando si dice che la scuola è stata valorizzata ad esempio con l’introduzione dell’Educazione civica, ma poi non si mette il personale che deve insegnare questa materia, significa voler pesare su un’istituzione privando i suoi attori, gli insegnanti, degli strumenti necessari. Ci si riempie la bocca di parole nobili, come solidarietà e diritti umani, e poi di fatto togliamo alle scuole più povere lo strumento per poter garantire a tutti gli alunni d’Italia gli stessi diritti, dal tempo pieno, al tempo scuola. Anche quando si distribuiscono i duemila posti per il tempo pieno occorre verificare le situazioni. Dare cento posti di tempo pieno in Sicilia e non considerare che qui mancano le mense che senso ha? Lei lo sa che se abbiamo la disponibilità di tempo pieno e i dirigenti scolastici si rivolgono ai piccoli Comuni, il sindaco risponde: Tempo pieno? No grazie”.
Perché risponde in questo modo il sindaco?
“Perché i nostri sindaci non possono affrontare la spesa in quanto i Comuni del Sud non hanno gli stessi soldi dei Comuni del Nord”.
Ma come colleghiamo i due problemi, almeno apparentemente distanti?
“Questo esempio della professoressa Dell’Aria mette in evidenza il fatto che il soggetto primario della scuola è individuato nella docenza ma non si può caricare la docenza della responsabilità diretta delle azioni. C’è un contesto scolastico. Questo fatto è l’ennesima ricaduta individuale sul docente: quando si parla di educazione dei ragazzi della scuola secondaria non è sufficiente individuare come responsabili i professori. Ci vogliono le aule, i computer le strutture. In questi giorni sono state tagliate ore di storia ai professionali. Sarà una persecuzione verso la storia? E’ necessario dare di più ai nostri ragazzi, ma questo significa dare risorse alla docenza, non altre responsabilità. Per non parlare del grande divario Nord Sud e di autonomia differenziata, che produrrebbe una diminuzione pari a un miliardo di euro per le regioni del Sud in termini di residuo fiscale. Noi sappiamo da studi ministeriali che la distanza tra il Sud e la media nazionale delle condizioni generali della scuola meritiretbbe un investimento di 30 miliardi. Quindi individuare nei docenti la colpa di tutto significa cercare nei docenti situazioni di colpevolezza ingiustificate”.
Com’è nata questa storia, come nasce la responsabilità?
“L’incipit della storia è nato all’interno della scuola. Un ragazzo di un’altra classe (vicino ad ambienti di estrema destra, ndr.) ha filmato l’elaborato proiettato che era stato realizzato da ragazzi entusiasti che non avevano in mente di colpire il ministro Salvini, coinvolto solo da una foto. Poi lo ha rilanciato. Il lavoro dei ragazzi è stato il frutto di un percorso lungo. La professoressa aveva fatto fatto leggere dei libri importanti”.
Come Questa sera è già domani” di Lia Levi, Premio Strega giovani, o “Il mare nero dell’indifferenza” di Civati e Segre…
“E non è ammirevole che dei ragazzi di seconda superiore passino le vacanze di Natale a leggere dei libri e poi a rifletterci sopra nel giorno della Memoria? La sanzione in sè è esagerata. Quindici giorni di sospensione per una docente che in una lunga carriera non ha fatto altro che costruire spirito critico, è inconcepibile. D’altronde, nel caso specifico, quel che è successo è difficilmente recuperabile, l’elaborato è difficilmente censurabile. Hanno messo a confronto le leggi razziali e legge sicurezza. Di fatto la legge, questo dicono i ragazzi, distingue tra cittadini italiani e cittadini che vengono dall’estero. Un insegnante come fa a censurare un pensiero espresso dai ragazzi? L’insegnante di lettere in un istituto tecnico deve rubare tempo e attenzione alle materie di indirizzo. Una professoressa di italiano che fa quel tipo di lavoro e che raggiunge l’obiettivo di stimolare il senso critico dei suoi studenti va premiata, non sanzionata. Proporrei per lei un’onorificenza, non una sanzione”.
Il Provveditore di Palermo dice che ha agito secondo coscienza e c’è da credergli. Avrà pure le sue ragioni.
“Secondo me il Provveditore ha fatto una valutazione del video in questione che non è oggettiva. E’ soggettiva. Se invece di un video fosse stato un tema scritto, qual è l’elemento che si sarebbe dovuto eliminare?”
E se la questione fosse sorta alla maturità, nello scritto di italiano, che cosa sarebbe successo?
“La sua domanda è inquietante. Chi di noi si sarebbe presa la responsabilità di bocciare questo ipotetico studente? Mille persone l’altro ieri hanno portato la propria solidarietà alla professoressa a Palermo davanti alla sua scuola. E anche tanti collegi docenti fanno riferimento a questa domanda: chi si sarebbe presa questa responsabilità? Come sindacato abbiamo fortissime perplessità. Ora commentiamo l’esito perché eccessivo, però tutto l’iter è stato poco piacevole. Sui social si esprimono tante indignazioni e cattiverie, poi se si vanno a verificare i fatti e soprattutto le persone in carne e ossa le cose cambiano. I social non rappresentano la complessità dell’essere ma puntano su messaggi incisi in pochissime frasi che riescono a essere pesanti. Spesso davanti a un tweet si riesce a vedere un nemico da combattere e forse un antidoto a tutto questo sono le tante professoresse Dell’Aria. Ieri al presidio ho conosciuto tante mamme di ex alunni di questa professoressa e dal modo come parlavano di lei si capiva che è amatissima dai suoi studenti vecchi e nuovi. I suoi ragazzi, peraltro, hanno scritto una lettera di solidarietà in cui si assumono la responsabilità di quello che hanno fatto”.
Sono ancora tante, secondo lei, le professoresse Rosellina Dell’Aria nella scuola italiana?
“Io penso di sì. Dovrebbero essere pagate di più. Paghiamole di più e chi deve farlo cerchi di ascoltarle e di ascoltarli di più e di non giudicarli da un post o da un tweet”.
Pensa che comunque il clima politico degli ultimi tempi abbia facilitato il verificarsi dell’accaduto? Quattro o cinque anni fa sarebbe successo?
“Quattro o cinque anni fa i ragazzi che emulano le forze di estrema destra, anche se qualcuno pensava di assimilarsi a movimenti di destra, non si sarebbe assimilato ai fascisti, c’era pudore. Questo clima ha creato un sistema di comunicazione diffuso che i ragazzi hanno assorbito. Sicuramente stiamo sdoganando il sentimento del razzismo, sentimenti aggressivi verbali e non solo. Tutto questo viene raccolto dal sentire comune. Qualche anno fa questo episodio non sarebbe successo. L’essere costantemente in campagna elettorale lo stiamo pagando. C’è una continua ricerca del nemico da combattere e da punire. E’ un paese che deve ripartire dalla scuola che dovrebbe educare alla convivenza pacifica. La scuola cerca di mantenere questo ruolo. A partire dal 1861, quando si parlavano tanti dialetti, la scuola italiana è stata scritta dalle tante maestre che si arrampicavano nelle stradine per raggiungere gli istituti. La scuola ha prodotto unità, partecipazione, diritti. Questo ruolo è stato diminuito dai tagli di organico e di risorse. La scuola dell’autonomia, che era partita con l’idea di essere più vicina al territorio, ha invece subito una diminuzione di risorse. E se ancora la scuola tiene è perché ognuno dei lavoratori, dagli insegnanti al personale Ata, mantiene l’impegno a rispettare i compiti assegnati dalla Costituzione per rafforzare il sentimento di partecipazione attiva e di solidarietà. Questa idea che i ragazzi avrebbero dovuto autocensurarsi non va bene perché è in contraddizione con i percorsi diretti a stimolare il pensiero critico. Vogliamo forse un paese che insegna ad avere paura a esprimere il proprio pensiero?”
Il Ministro Salvini ha invitato la professoressa Dell’Aria a un incontro nei prossimi giorni. Come crede che la prenderà la docente?
“Lei è una donna che ha un altissimo senso delle istituzioni. Un senso delle istituzioni che – voglio sottolinearlo – ci appartiene come mondo della scuola e come Cgil. Quindi, penso che la caratterizzerà un approccio molto rispettoso. Anche perché non ce l’aveva con Salvini. La legge è stata approvata da tante persone”.