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Pignoramento Naspi, quando diminuisce l’assegno?

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Naspi

La Naspi è un’indennità corrisposta al lavoratore che ha perso involontariamente il proprio posto di lavoro.

La Naspi è una indennità corrisposta al lavoratore che si trova disoccupato contro la propria volontà. Serve a garantire, per un certo periodo, un reddito tale da consentire al disoccupato di trovare un’altra occupazione. Il percettore di Naspi, però, può avere alcuni debiti. Di conseguenza i creditori possono richiedere il pignoramento dell’indennità. Certo se il debitore non ha altri redditi o patrimoni, l’unica entrata a garantire un reddito è proprio la Naspi. La Naspi può essere oggetto di pignoramento solo se eccede determinati valori. Tuttavia se da una parte il pignoramento è possibile, dall’altro occorre rispettare quello che viene chiamato “minimo vitale”. È una somma che la legge considera impignorabile per garantire un’esistenza dignitosa. Il “minimo vitale” stabilito per legge nel 2023 è pari a 1.006,54 euro al mese. Ecco cosa ci chiede una lettrice in merito al pignoramento della Naspi:

Mi è stata pignorata la naspi e prendo 800 euro, di quanto diminuirà?

Anche  la Naspi può essere pignorata

La Naspi può essere pignorata quando il beneficiario ha un debito non estinto. Per conoscere l’importo che può essere riscosso, occorre conoscere il meccanismo di pignoramento della Naspi. Infatti ci sono due situazioni differenti da valutare. Se l’indennità di disoccupazione è già stata accreditata sul conto corrente, l’importo pignorabile è quello che eccede il triplo dell’importo dell’assegno sociale INPS. L’importo dell’assegno sociale per il 2023 è di euro 503,27 di fatto la parte pignorabile di quanto giace sul conto corrente è la parte che oltrepassa i 1.400 euro circa.

Se invece l’assegno non è stato versato la somma oggetto di pignoramento è quella che supera una volta e mezza l’assegno sociale dell’istituto di previdenza (702 euro circa). Se la lettrice, quindi, ha un importo Naspi di 800 euro, la parte pignorabile è solo quella che eccede i 702 euro, ovvero 98 euro. Dei 98 euro, però, il creditore può pretendere solo un quinto. Su 800 euro, di fatto, il pignoramento ha un importo di poco inferiore ai 20 euro.

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