Pierfrancesco Favino: “A scuola la docente di inglese mi ha fatto amare i film. Ci fece vedere Kurosawa e Fellini”
Pierfrancesco Favino, in un’intervista a La Repubblica, rivela un aneddoto sulla sua formazione. Afferma che il suo amore per la settima arte non è nato per caso.
Una professoressa d’inglese, durante gli anni del liceo, ha saputo trasmettergli la passione per il grande schermo, introducendolo a maestri del calibro di Kurosawa e Fellini. “Devo a lei se ho iniziato a guardare i film non solo come intrattenimento”, dichiara Favino, sottolineando l’importanza di figure capaci di ispirare e di aprire nuove prospettive culturali. L’attore ricorda anche la visione de I Ragazzi di Via Panisperna di Gianni Amelio, regista con cui ha poi collaborato in due film, e di Mignon è partita di Francesca Archibugi, con cui ha girato Il Colibrì.
Desiderio e nuove generazioni: una riflessione sul tempo che cambia
Favino riflette anche sulle differenze tra le nuove generazioni e il suo tempo. “Noi non avevamo tutte le distrazioni che hanno loro”, osserva, evidenziando come la soglia d’attenzione fosse diversa. Tuttavia, l’attore non crede che sia solo una questione di tecnologia. “Credo che abbia più a che fare con il desiderio“, afferma, sottolineando come l’immediatezza con cui oggi si ottiene qualsiasi cosa abbia modificato profondamente il rapporto con l’attesa.
Un mestiere per pochi: la scelta di una vita dedicata all’arte
L’attore conclude con una considerazione sulla sua professione, consapevole di aver intrapreso un percorso non comune. “Lei fa la giornalista, io l’attore, credo che fossimo una minoranza anche alla nostra epoca”, un’affermazione che sottolinea la consapevolezza di aver scelto una strada artistica, meno battuta rispetto ad altri percorsi professionali.