Piano nazionale d’azione per il radon 2023-2032: la scuola tra luoghi più a rischio, ma con ruolo importante per la formazione

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In Gazzetta Ufficiale del 21 febbraio è stato pubblicato il piano nazionale d’azione per il radon 2023-2032, che contiene gli obiettivi per affrontare i rischi a lungo termine dell’esposizione al radon nei luoghi di lavoro e nelle abitazioni.

Il radon è un gas nobile radioattivo naturale. È invisibile, inodore, incolore e insapore ed è un prodotto intermedio del decadimento di elementi radioattivi che si trovano nel suolo, nell’acqua e nei materiali da costruzione. Poiché è un gas, il radon può facilmente uscire e accumularsi nell’aria, all’aperto si diluisce e si disperde, ma all’interno, in ambienti chiusi, si concentra soprattutto quando la ventilazione degli edifici non è sufficiente. Il maggior contributo alla concentrazione di radon indoor
proviene dal suolo, dal quale penetra all’interno degli edifici. Se inalato, i suoi prodotti di decadimento possono accumularsi sulle cellule dell’epitelio bronchiale e possono dare origine a processi di cancerogenesi. Il radon è stato classificato, infatti, dall’Organizzazione Mondiale della Sanità nel Gruppo 1 delle sostanze cancerogene per le quali vi è la massima evidenza di cancerogenicità.

Le indagini negli anni hanno riguardato soprattutto scuole e abitazioni.

Negli anni ’90 – si legge nel piano – è stata completata una indagine nazionale sulla concentrazione di radon nelle abitazioni coordinata dall’ISS e dall’ISIN (allora ANPA). L’indagine è stata realizzata con la collaborazione degli assessorati della sanità delle Regioni e Province autonome con una impostazione e metodologie comuni definite a livello centrale. Le Regioni e Province autonome, attraverso i CRR, trasferiti successivamente alle ARPA/APPA, hanno pertanto acquisito le competenze per la progettazione e la realizzazione di indagini sul proprio territorio.

Negli anni successivi, le Regioni e Province autonome hanno promosso e realizzato ulteriori indagini, finalizzate ad approfondire la conoscenza della distribuzione del radon sul territorio e finalizzate all’individuazione delle aree a maggiore probabilità di elevate concentrazioni di radon ma anche indagini nelle scuole e, in taluni casi, negli ambienti di lavoro.

Le scuole compaiono tra i luoghi più a rischio

La scuola esercita un ruolo importante in quanto istituzione preposta all’educazione e alla formazione dei cittadini del futuro, trasferendo una conoscenza che amplifica la consapevolezza e gli strumenti necessari per capire la realtà e interagire con essa. Acquisire e ampliare le conoscenze sul radon, sono le basi fondamentali per arrivare a capire meglio la problematica e l’entità dei rischi che da esso ne derivano.

Nel piano si indica il coinvolgimento della scuola come più alta istituzione formativa e fulcro educativo per costruire una conoscenza consapevole nella generazione futura.

L’azione 3.4 si focalizza sull’educazione, l’obiettivo è migliorare  le conoscenze giovanili sul tema della radioattività naturale e del radon.

Piano nazionale radon

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