Permessi retribuiti per motivi personali e familiari anche ai supplenti: la possibile novità nel nuovo Contratto scuola
Con la firma del nuovo Contratto scuola potrebbero arrivare novità sui permessi retribuiti: l’Aran avrebbe mostrato apertura verso la richiesta dei Sindacati di estendere i permessi retribuiti per motivi personali e familiari anche al personale supplente docente e ATA.
L’11 maggio si è svolta una nuova riunione tra Aran e Organizzazioni sindacali.
L’obiettivo è ora chiudere la partita del rinnovo del CCNL il mese prossimo: “Una settimana decisiva perché, a mio avviso, segna un punto di svolta per questi due contratti che, io, sempre in maniera ottimistica, cercherò il più possibile di firmare nel mese di giugno” ha detto il presidente Aran Antonio Naddeo, che ha evidenziato il clima positivo tra l’Agenzia e le Organizzazioni sindacali.
Nel tavolo di ieri si è discusso soprattutto della distribuzione dei 300 milioni di euro, che si riducono a 220 per effetto delle varie decurtazioni.
Non solo risorse: in discussione ci sarebbe anche la possibilità di estendere i permessi retribuiti al personale precario.
Un punto che non vede l’accordo di tutte le forze sindacali presenti: “Non siamo d’accordo con chi durante la trattativa ha sostenuto di seguire la via del contenzioso per rafforzare i diritti dei precari per evitare di porre a carico del Ccnl i costi per riconoscere i 3 giorni di permessi retribuiti ai precari” afferma la Flc Cgil.
“Diseguaglianza sicuramente inaccettabile” quella dei permessi retribuiti riconosciuti al solo personale di ruolo ma per Alberico Sorrentino di Anief Condir- “i diritti sarebbero pagati con il contratto, sottraendo quelle risorse destinate ad incrementare la retribuzione del personale, né avrebbe senso riconoscere un giorno di permesso retribuito piuttosto che due per “risparmiare” risorse che sono destinate al contratto; impostazione, questa, che scontano diversi istituti contrattuali quale ad esempio la formazione che dovrebbe essere, anzi è, un onere del datore di lavoro mentre solo a scuola dovremmo imputarla al contratto”.
“I permessi retribuiti, per tutto il personale, di ruolo o non di ruolo, sono a carico del contratto. Si tratta, dunque, di una scelta delle parti contrattuali: si vuole riconoscere questo diritto o no?” ribatte la Flc Cgil.
Secondo la Uil Scuola Rua questa è “l’occasione per inserire i permessi per motivi personali e familiari anche per il personale a tempo determinato perché è fonte di grande ingiustizia” ha spiegato Pasquale Raimondo a Orizzonte Scuola.
Permessi solo al personale di ruolo
La normativa attuale prevede che soltanto il personale a tempo indeterminato possa fruire dei permessi retribuiti.
I docenti hanno diritto – previa richiesta al dirigente scolastico – a 3 giorni di permesso per anno scolastico e, una volta terminati i 3 giorni, a 6 giorni di ferie durante i periodi di attività per fruire degli stessi permessi.
Il personale ATA ha diritto, a domanda, a 18 ore di permesso retribuito nell’anno scolastico, per motivi personali o familiari, documentati anche mediante autocertificazione.