A. Le due Camere
A. Le due Camere
Il Parlamento è l’organo costituzionale cui è attribuita principalmente la funzione legislativa che consiste nell’approvazione delle leggi. Si compone di due “rami” (art.55, c.1 Cost.):
Le due Camere hanno le stesse funzioni e gli stessi poteri (bicameralismo perfetto), di conseguenza le decisioni devono essere adottate da entrambi i rami del Parlamento. Questa modalità, finalizzata a “raffreddare il procedimento legislativo e meditare le decisioni da assumere”, così come sostenuto nell’Assemblea costituente da Einaudi, di fatto rende farraginoso e complesso l’iter legislativo.
Il Parlamento in passato ha lavorato, ad una modifica della Costituzione che, tra l’altro, voleva abolire il bicameralismo perfetto. La riforma costituzionale avviata nel 2015 prevedeva un Senato non elettivo, composto da rappresentanti delle Regioni e non più organo legislativo con pieni poteri. Si trattava, dunque, di introdurre in Italia, alla stregua degli altri Paesi europei, il bicameralismo imperfetto. L’esito negativo del referendum costituzionale ha bloccato l’iter della riforma.
Le due Camere
Le due Camere, si differenziano per:
elettorato attivo
i deputati sono eletti dagli elettori che hanno compiuto il 18° anno di età
i senatori sono eletti dagli elettori che hanno superato il 25°anno di età
elettorato passivo
sono eleggibili a deputati tutti gli elettori che hanno compiuto 25 anni
sono eleggibili a senatori tutti gli elettori che hanno compiuto 40 anni
Il numero dei deputati è attualmente 630, il numero dei senatori elettivi è di 315. A questi ultimi si aggiungono i senatori a vita, alcuni, membri elettivi, nominati dal Presidente della Repubblica tra coloro che “hanno illustrato la Patria nel campo sociale, scientifico, artistico o letterario” altri, gli ex Presidenti della Repubblica, membri di diritto.
Il referendum costituzionale del settembre 2020 ha ridotto il numero dei parlamentari (400 deputati e 200 senatori più un numero massimo di 5 senatori a vita); la riforma entrerà in vigore dall’inizio della prossima legislatura.

Si riportano le parole del giurista e Padre Costituente Piero Calamandrei:
“La politica è una brutta cosa!”, “che me ne importa della politica!”: quando sento fare questo discorso, mi viene sempre in mente quella vecchia storiellina, di quei due emigranti, due contadini, che traversavano l’oceano su un piroscafo traballante. Uno di questi contadini dormiva nella stiva e l’altro stava sul ponte e si accorgeva che c’era una gran burrasca con delle onde altissime e il piroscafo oscillava. E allora questo contadino impaurito domanda a un marinaio: “Ma siamo in pericolo?”, e questo dice: “Se continua questo mare, il bastimento tra mezz’ora affonda”. Allora lui corre nella stiva a svegliare il compagno e dice: “Beppe, Beppe, Beppe, se continua questo mare, tra mezz’ora il bastimento affonda!”. Quello dice: “Che me ne importa, non è mica mio!”.
Questo è l’indifferentismo alla politica.
Però, vedete, la Costituzione non è una macchina che una volta messa in moto va avanti da sé. La Costituzione è un pezzo di carta: la lascio cadere e non si muove. Perché si muova bisogna ogni giorno rimetterci dentro il combustibile, bisogna metterci dentro l’impegno, lo spirito, la volontà di mantenere queste promesse, la propria responsabilità. Per questo una delle offese che si fanno alla Costituzione è l’indifferenza alla politica, l’indifferentismo politico che è, spesso, una malattia dei giovani. La Costituzione, è l’affermazione solenne della solidarietà sociale, della solidarietà umana, della sorte comune, che se va a fondo, va a fondo per tutti questo bastimento. È la carta della propria libertà, la carta per ciascuno di noi della propria dignità d’uomo.”