5. Vigilanza dello Stato

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5. Vigilanza dello Stato

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In considerazione della particolare delicatezza sottesa al rapporto tra datore di lavoro e lavoratore, nel sistema del nostro paese è stato previsto un organo che è deputato alla vigilanza sul rispetto della normativa lavoristica, in particolare della tutela e della sicurezza sul lavoro: si chiama Ispettorato Nazionale del Lavoro ed ha sedi periferiche che comprendono tutto il territorio nazionale. È divenuta dal 2015 una agenzia del governo ed è posta sotto la vigilanza, del Ministero del Lavoro ed ha assunto le funzioni in materia di vigilanza precedentemente svolte dagli ispettorati del lavoro, dall’INPS e dall’INAIL. L’agenzia, come precedentemente gli ispettorati del lavoro e i settori ispettivi di INPS ed INAIL, ha un ruolo importante e delicatissimo nel mondo del lavoro: è il garante, il rappresentante dello Stato nel verificare che il rapporto di lavoro si esplichi nel rispetto della normativa. Per questo ha un potere sanzionatorio nei confronti di datori di lavoro che commettano delle violazioni.

Sede INAIL
La sede dell’INAIL a Roma

L’Agenzia è dunque l’autorità statale alla quale il lavoratore può rivolgersi quando ritiene di aver subito una lesione dei suoi diritti e tramite gli accertamenti svolti dagli ispettori del lavoro per ricevere l’opportuna tutela. Oltre all’attività svolta su richiesta del lavoratore, l’Ispettorato agisce di propria iniziativa concentrando l’attività su settori particolarmente a rischio come quello del lavoro nero, cioè di lavoratori senza alcun contratto di lavoro, come ad esempio nel campo edilizia, ed in particolari momenti dell’anno nei settori dove si concentra il lavoro stagionale, ad esempio in agricoltura nei periodi di raccolta.

In quest’ultimo settore si segnala un fenomeno purtroppo diffuso di sfruttamento, o irregolarità dei braccianti agricoli, spesso riguardante manodopera di lavoratori immigrati, “al nero”, sottoposti a condizioni disumane di lavoro che soggiacciono ai caporali. Il fenomeno del caporalato è una forma illegale di reclutamento della manodopera, soprattutto presente nei settori edilizia e agricoltura. Il caporale individua, recluta e trasporta i lavoratori presso l’impresa con la quale ha pattuito l’accordo e riceve il prezzo del lavoro giornaliero che corrisponde ai lavoratori in misura inferiore, facendosi rimborsare in modo elevato il costo del trasporto sui luoghi di lavoro, nella quasi totalità irraggiungibili, oltre a trattenere parte del compenso per l’intermediazione. Le vittime sono categorie particolarmente svantaggiate quali donne e stranieri. Il fenomeno, che purtroppo risponde ad una esigenza precisa del mercato del lavoro dovuta alla impossibilità di far incontrare la domanda e l’offerta, vista la mancanza di servizi adeguati, è sanzionato penalmente. E per chi tenta di ribellarsi allo sfruttamento, come è successo a Soumaila Sacko, il prezzo da pagare è altissimo: la vita. Soumaila Sacko, era infatti un bracciante e un sindacalista attivista diventato simbolo per i diritti dei lavoratori agricoli ucciso il 2 giugno 2018 nei pressi della tendopoli di San Ferdinando, nella piana di Gioia Tauro in Calabria, dove viveva in una baraccopoli che accoglieva più di quattrocento braccianti per la maggior parte irregolari ed in condizioni disumane.

Caporalato
I diritti dei lavoratori nel settore agricoltura vanno tutelati

Testo di Elena Rendina
tratto dal libro per studenti “Educazione civica a scuola” pubblicato daWinScuola

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