Geografia
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Istituzioni italiane
Le Province
Le Province italiane sono complessivamente 107 unità territoriali (fonte ISTAT 2019) suddivise in:
- 100 enti amministrativi di secondo livello (80 Province, 14 Città metropolitane e 6 liberi Consorzi in Sicilia);
- 2 province autonome di Trento e Bolzano;
- 5 soppresse, ma ancora considerate tali per fini statistici ed informativi.
Tra le principali funzioni svolte spicca quella in materia di istruzione e scuola perché proprio alle Province è demandato il compito di occuparsi localmente delle diverse esigenze o priorità per l’istituzione di scuole, l’organizzazione scolastica e soprattutto dell’edilizia o della sicurezza (per le scuole secondarie di secondo grado mentre per le restanti il compito è dei Comuni). Le Province si occupano di viabilità, trasporti, Protezione Civile, ma hanno anche un ruolo fondamentale per altri settori nevralgici dell’economia e della società come la valorizzazione dei beni culturali, delle risorse energetiche, della gestione dei rifiuti, sebbene negli ultimi anni si stia progressivamente svuotando di poteri le amministrazioni provinciali a favore delle regionali.
I Comuni
I Comuni italiani sono quasi 8.000 e sono l’ente che maggiormente rappresenta la comunità da cui ha origine appunto il termine: si pensi solo al “campanilismo” che contraddistingue molti comuni indistintamente da nord a sud. Le funzioni principale riguardano quelle amministrative, anche di competenza statale, come quelle elettorali, di anagrafe o stato civile. Spesso il termine “Municipio” è considerato sinonimo di “Comune” dovuto al fatto che la maggior parte dei palazzi comunali reca ancora l’indicazione “Municipio”, mentre dal 2000 la legge prevede sia la sede comunale. Gli organi del Comune sono:
- Consiglio comunale che è collegiale ed ha funzioni di indirizzo e controllo politico amministrativo:
- Giunta comunale che ha funzioni esecutive ed è composta dal Sindaco e dagli Assessori;
- Sindaco che, eletto ogni 5 anni a suffragio universale e diretto, è capo dell’Amministrazione Comunale e di Ufficio di Governo sovrintendendo il funzionamento di tutti i servizi locali con particolari competenze in igiene pubblica e ordine pubblico.
Le Città metropolitane
La riforma Costituzionale del 2001 ha modificato l’art. 114 della Costituzione aggiungendo tra gli enti locali “le Città Metropolitane” cioè ampie aree urbanizzate e densamente popolate costituite da un centro, la città principale e da una serie di aggregati urbani che si relazionano costantemente ed in modo interconnesso con il centro ispirate alle migliori esperienze amministrative a livello europeo e internazionale (Londra, Amsterdam, Monaco, Barcellona). Solo una legge del 2014 ne disciplina l’istituzione in sostituzione alle Province. In Italia ci sono 14 Città Metropolitane che di fatto hanno sostituito le omonime province: Roma Capitale, Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Napoli e Reggio Calabria sono a statuto ordinario mentre Cagliari, Catania, Messina, Palermo a statuto speciale. Il sindaco metropolitano (di diritto il Sindaco del capoluogo), il Consiglio e la Conferenza sono gli organi rappresentativi.
Agenda 2030
Sconfiggere la fame
«Fa che il cibo sia la tua medicina e che la medicina sia il tuo cibo» (Ippocrate). L’Obiettivo 2 dell’Agenda 2030 è uno dei più impegnativi e difficili da raggiungere. Sebbene nei primi anni di questo millennio ci sia stato un considerevole calo dell’incidenza della fame nel mondo, dal 15 all’11% a livello globale, negli ultimi anni questo dato si è stabilizzato non proseguendo il suo decremento. Quasi un miliardo di persone non raggiungono il giusto fabbisogno giornaliero di apporto energetico per vivere e il doppio sono in condizioni definite di “insicurezza alimentare” grave o moderata con conseguente calo delle difese immunitarie, quindi malattie, e spesso morte. La malnutrizione porta oltre che ad una difficoltà a lavorare, studiare e sostenersi anche ad un calo della vista e ad una crescita fisica stentata soprattutto nei primi anni di vita. Il Presidente dell’UNICEF Italia Francesco Samengo evidenzia inoltre come la “malnutrizione non significhi solo non avere da mangiare a sufficienza, ma anche mangiare in modo errato o malsano.” Molti organismi, agenzie ed organizzazioni internazionali sono attivi per combattere il problema della fame: UNICEF, FAO, Programma Alimentare Mondiale ed altri ancora promuovono azioni di sostegno, campagne di informazione e progetti di sviluppo nei paesi maggiormente colpiti dalla fame contrastando le principali cause che generano questo problema e introducendo indicatori per la misurazione (FIES). Tra queste ci sono la bassa produttività agricola, l’espansione demografica, la desertificazione, la mancanza d’acqua, l’analfabetismo, le guerre, la mancanza di industrie ed altri fattori ancora che influiscono, in diversa misura, a non dare soluzioni definitive. In genere la fame e la crescita economica vanno di pari passo, ma spesso il problema della fame è presente anche in paesi considerati economicamente benestanti. Tra le soluzioni più condivise dagli studiosi del fenomeno dell’insicurezza alimentare c’è quella dell’incremento di un’agricoltura resiliente e sostenibile insieme all’utilizzo di risorse alimentari locali. Il cibo è una risorsa “rinnovabile” che va gestita in modo corretto per evitare il circolo vizioso di povertà, malattia, malnutrizione.