8. Patrimonio digitale
8. Patrimonio digitale
L’UNESCO già dal 2003 con il documento “Carta per la conservazione del patrimonio digitale” considerando che “la scomparsa dell’eredità in qualsiasi forma costituisce un impoverimento dell’eredità di tutte le nazioni”, ha adottato il patrimonio digitale come patrimonio comune.
Il patrimonio digitale è costituito da risorse uniche di conoscenza e di espressione umana che hanno un valore e un significato duraturi e, quindi, costituiscono un patrimonio che deve essere protetto e preservato per le generazioni attuali e future, sottraendolo ai rischi della rapida obsolescenza dell’hardware e del software. Per questo gli Stati membri devono garantire la continuità del patrimonio digitale, allertando i responsabili politici e sensibilizzando il grande pubblico sia sul potenziale dei media digitali sia sulle pratiche della conservazione, e favorire, in accordo con le istituzioni, le università e altre organizzazioni di ricerca, progetti per la creazione, la diffusione, la conservazione e la continua accessibilità del loro patrimonio digitale.

Numerosi sono i progetti che si sono sviluppati nel mondo nell’ultimo ventennio, molti dei quali dedicati ai beni culturali. Fra questi, uno dei più recenti e significativi è la piattaforma digitale “Europeana”, un’iniziativa dell’Unione europea, la cui mission è “trasformare il mondo con la cultura, rivelando i tesori del patrimonio culturale e rendendoli disponibili online a tutti per il piacere, il lavoro e l’educazione”. Il progetto “Europeana”, tradotto in lingue diverse, fra cui l’italiano, consente libero accesso a oltre cinquantotto milioni di oggetti, provenienti da oltre tremilacinquecento biblioteche, musei e archivi europei suddivisi in diversi ambiti tra cui arte, archeologia, moda, mappe, manoscritti, fotografia, musica, sport.
Testo di Licia Landi
tratto dal libro per studenti “Educazione civica a scuola” pubblicato da