5. Beni pubblici
5. Beni pubblici
Si definiscono pubblici i beni di cui si serve la pubblica amministrazione per perseguire l’interesse pubblico. Essi si caratterizzano per assenza di rivalità e per non escludibilità. Assenza di rivalità significa che il consumo di un bene pubblico da parte di una persona non limita o impedisce il consumo da parte di altri dello stesso bene, mentre non escludibilità indica che è impossibile escludere qualcuno dal godimento del bene pubblico. Per comprendere questi concetti facciamo degli esempi, nei quali il bene pubblico viene contrapposto al bene privato, anche se questo non è oggetto del nostro capitolo. Prendiamo le scarpe con cui camminiamo o i vestiti che indossiamo. Entrambi sono un bene privato. Infatti, se io li compro e li indosso, nessun’altra persona potrà goderne. Consideriamo adesso, invece, il semaforo che regola il traffico all’incrocio della strada. Esso è un bene pubblico, perché tutti quelli che passano per quell’incrocio usufruiscono delle sue funzioni, nessuno escluso. Il caso del semaforo ci fa capire che l’utilizzo da parte di più persone di uno stesso bene pubblico non riduce quello degli altri. Per questa ragione, si tratta di una situazione riconducibile all’assenza di rivalità. Prendiamo, adesso, in esame il caso dell’illuminazione elettrica. L’illuminazione dell’appartamento in cui vivo è un bene privato, perché ne godo solo io con la mia famiglia, al contrario, l’illuminazione delle strade della città o una strada sono beni pubblici, perché possono beneficiarne tutti, senza restrizioni, persino le persone che, evadendo il fisco, non contribuiscono al servizio pubblico. Quest’ultima situazione ci fa comprendere fino in fondo la portata della non escludibilità. Inoltre, l’esempio ci deve far riflettere su come il pagare le tasse sia una fondamentale assunzione di responsabilità collettiva, dalla quale nessuno può esimersi.

Testo di Licia Landi
tratto dal libro per studenti “Educazione civica a scuola” pubblicato da