4. Beni immateriali
4. Beni immateriali
Tra le missioni principali dell’UNESCO rientrano l’identificazione, la protezione, la tutela e la trasmissione alle generazioni future del patrimonio culturale e naturale mondiale, compresa, come abbiamo visto, la cultura immateriale. Questo patrimonio culturale immateriale, trasmesso di generazione in generazione, si manifesta, soprattutto, nelle tradizioni ed espressioni orali, nelle arti dello spettacolo, nelle consuetudini sociali, negli eventi rituali e festivi, nelle cognizioni e prassi relative alla natura e nell’artigianato tradizionale. Esso viene costantemente ricreato dalle comunità e dai gruppi in risposta al loro ambiente, alla loro interazione con la natura e alla loro storia e dà loro un senso d’identità e di continuità, promuovendo in tal modo il rispetto per la diversità culturale e la creatività umana. Per comprendere la portata del Patrimonio culturale immateriale, basta scorrere l’elenco dei diversi beni identificati dall’UNESCO.
Rimarremo sorpresi nello scoprire, per limitarci all’Italia, che nella lista (vedi qui mappa interattiva), sulla base di una concezione antropologica di cultura, sono inseriti beni tipicamente italiani, come l’opera dei pupi siciliani, il canto a tenores sardo, la tradizione artigiana dei liutai di Cremona, le Feste delle grandi macchine a spalla (La festa dei Gigli di Nola, la Varia di Palmi, la Faradda dei Candelieri di Sassari, il trasporto della Macchina di Santa Rosa a Viterbo), la vite ad alberello di Pantelleria, l’arte della pizza napoletana e altri transnazionali, come la falconeria, la dieta mediterranea e l’arte dei muretti a secco.
Le ragioni per la salvaguardia di questi elementi sono diverse e comprendono i cambiamenti socio-economici, il rapporto equilibrato con l’ambiente e la natura e la difesa e valorizzazione dell’artigianato, ma su tutte predomina la continuità culturale e il senso di identità, criterio alla base, per esempio, dell’identificazione dell’”Arte tradizionale del pizzaiolo napoletano” come parte del Patrimonio culturale dell’umanità.
Muretto a secco a Favignana (fonte Dedda71 by commons.wikimedia.org)
La canzone italiana, in tutte le sue diverse espressioni, rappresenta un aspetto importantissimo del nostro patrimonio culturale immateriale ed è molto apprezzata nel mondo. Essa riflette una parte significativa del patrimonio intangibile, perché conserva le tradizioni popolari e tramanda fasi della nostra storia. Più di ogni altra, la canzone napoletana costituisce un fattore d’identità fondante non solo in Italia essendo divenuta, insieme alla musica lirica, una delle componenti principali dell’immagine dell’Italia nel mondo. Fra le tante canzoni napoletane, ricordiamo la celeberrima ‘O sole mio, interpretata da moltissimi artisti italiani e stranieri, divenuta emblema di un modo di essere e di vivere che affascina e richiama turisti internazionali.
Anche libri, giornali, riviste, radio, web e stampa in generale costituiscono parte del patrimonio culturale. La libertà di pensiero e di espressione è garantita nella nostra Costituzione dall’art. 21 perché “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.” anche se purtroppo nel mondo non sempre viene riconosciuto e rispettato questo diritto/dovere. Nell’intervista qui di seguito Giovanni Floris ci parla della libertà di stampa e di parola.
Testo di Licia Landi
tratto dal libro per studenti “Educazione civica a scuola” pubblicato da