8. Rispetto degli animali
8. Rispetto degli animali
La cura e tutela dell’ambiente non può prescindere dal rispetto e salvaguardia degli animali. La mancanza di conoscenza e di rispetto per gli animali li ha trasformati in oggetti da collezionare o in trofei da esibire, e ha lasciato impuniti chi li abbandona in autostrada o li costringe a vivere in condizioni incompatibili con la propria natura.
Dichiarazione Universale dei Diritti degli Animali
Già dal 1978 l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura (UNESCO)
ha proclamato la Dichiarazione Universale dei Diritti degli Animali che ha contribuito a creare la consapevolezza che gli animali, al pari degli esseri umani hanno esigenze degne di essere tutelate.
La Dichiarazione è composta di 14 articoli:
- Articolo 1
Tutti gli animali nascono uguali davanti alla vita e hanno gli stessi diritti all’esistenza. - Articolo 2
a) Ogni animale ha diritto al rispetto; b) l’uomo, in quanto specie animale, non può attribuirsi il diritto di sterminare gli altri animali o di sfruttarli violando questo diritto. Egli ha il dovere di mettere le sue conoscenze al servizio degli animali; c) ogni animale ha diritto alla considerazione, alle cure e alla protezione dell’uomo. - Articolo 3
a) Nessun animale dovrà essere sottoposto a maltrattamenti e ad atti crudeli; b) se la soppressione di un animale è necessaria, deve essere istantanea, senza dolore, nè angoscia. - Articolo 4
a) Ogni animale che appartiene ad una specie selvaggia ha il diritto di vivere libero nel suo ambiente naturale terrestre, aereo o acquatico e ha il diritto di riprodursi; b) ogni privazione di libertà, anche se a fini educativi, è contraria a questo diritto. - Articolo 5
a) Ogni animale appartenente ad una specie che vive abitualmente nell’ambiente dell’uomo ha diritto di vivere e di crescere secondo il ritmo e nelle condizioni di vita e di libertà che sono proprie della sua specie; b) ogni modifica di questo ritmo e di queste condizioni imposta dall’uomo a fini mercantili è contraria a questo diritto. - Articolo 6
a) Ogni animale che l’uomo ha scelto per compagno ha diritto ad una durata della vita conforme alla sua naturale longevità; b) l’abbandono di un animale è un atto crudele e degradante. - Articolo 7
Ogni animale che lavora ha diritto a ragionevoli limitazioni di durata e intensità di lavoro, ad un’alimentazione adeguata e al riposo. - Articolo 8
a) La sperimentazione animale che implica una sofferenza fisica o psichica è incompatibile con i diritti dell’animale sia che si tratti di una sperimentazione medica, scientifica, commerciale, sia d’ogni altra forma di sperimentazione; b) le tecniche sostitutive devono essere utilizzate e sviluppate. - Articolo 9
Nel caso che l’animale sia allevato per l’alimentazione deve essere nutrito, alloggiato, trasportato e ucciso senza che per lui ne risulti ansietà’ e dolore. - Articolo 10
a) Nessun animale deve essere usato per il divertimento dell’uomo; b) le esibizioni di animali e gli spettacoli che utilizzano degli animali sono incompatibili con la dignità dell’animale. - Articolo 11
Ogni atto che comporti l’uccisione di un animale senza necessità è un biocidio, cioè un delitto contro la vita. - Articolo 12
Ogni atto che comporti l’uccisione di un gran numero di animali selvaggi è un genocidio, cioè un delitto contro la specie; b) l’inquinamento e la distruzione dell’ambiente naturale portano al genocidio. - Articolo 13
a) L’animale morto deve essere trattato con rispetto; b) le scene di violenza di cui gli animali sono vittime devono essere proibite al cinema e alla televisione salvo che non abbiano come fine di mostrare un attentato ai diritti dell’animale. - Articolo 14
a) Le associazioni di protezione e di salvaguardia degli animali devono essere rappresentate a livello governativo; b) i diritti dell’animale devono essere difesi dalla legge come i diritti dell’uomo.

Allarme estinzione
Secondo gli studi dell’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (The World Conservation Union) il mondo animale oggi è minacciato per circa il 23% (1.130 specie) dei mammiferi e il 12% (1.194 specie) degli uccelli.
La perdita di specie animali è causata da:
- conversione della terra per le attività dell’uomo, con risultante perdita di habitat naturali (soprattutto nelle foreste tropicali)
- crescita continua della popolazione umana e di insostenibili stili di vita
- crescita dell’estensione delle aree urbane
- aumento della produzione di rifiuti e sostanze chimiche tossiche
- conflitti internazionali.
Non ci sarebbe possibile scrivere su ognuna delle centinaia di singole specie animali che sono a rischio nel mondo. Ci concentriamo su quelle che il WWF definisce “Specie bandiera”: si tratta di specie molto note in grado di appassionare le persone e di diventare così “testimonial” di tutte le altre specie in pericolo, anche di quelle che solo pochi esperti conoscono. Tra queste il panda gigante, la tigre, il gorilla, l’orso polare, l’elefante, il rinoceronte, i lemuri, la foca monaca, balene e capodogli, leopardo delle nevi, bisonte europeo e scimpanzé, celacanto. La maggior parte delle specie si salverà con programmi di conservazioni di intere aree, di grandi aree: ad esempio, tutelando le aree dove la tigre vive ancora si salvano centinaia di altre specie animali e vegetali che vivono nella stessa area.
Il Panda gigante
Le maggiori minacce per la sopravvivenza del panda gigante sono la distruzione del suo habitat e il
bracconaggio per esportarne la pelle. La cattura accidentale in trappole poste per altri animali
rappresenta un’altra importante minaccia. Un’ulteriore grave problema per il panda gigante è la
fioritura dei bambù. A intervalli regolari (da 10 a 100 anni, a seconda della specie) le piante di bambù
fioriscono tutte insieme su grandi aree, e poi muoiono. Ci vuole circa un anno prima che germoglino di
nuovo dai semi, ma possono passare 20 anni prima che la foresta possa nuovamente dare rifugio e
nutrimento ai panda. In questi casi gli animali devono trasferirsi in altre zone dove i bambù non sono
fioriti. Nel passato ciò non era un grosso problema, ma con l’espansione delle popolazioni umane,
vaste aree di foresta sono state tagliate per lo sfruttamento agricolo dei terreni e gli spostamenti dei
panda sono diventati difficili o addirittura impossibili.
La tigre
La caccia di frodo è aumentata enormemente negli ultimi anni a causa della richiesta di prodotti
derivati della tigre da parte degli stati che ne sono i maggiori consumatori: Cina, Corea e Taiwan. Le
ossa e altre parti del corpo della tigre sono usate dalla medicina tradizionale cinese e vendute come
tonificanti o cure per le artriti e i reumatismi. Alcune parti della tigre vengono inoltre usate per la
pratica dello “jin bu” che, si crede, possa trasmettere a chi le assume le qualità dell’animale mangiato. L’uccisione illegale e il commercio di questi animali continua, nonostante il commercio internazionale delle tigri sia stato vietato dalla CITES, la Convenzione internazionale che regola il commercio delle specie minacciate di estinzione. Inoltre la sopravvivenza della tigre è minacciata dalla perdita del suo habitat naturale e dalla mancanza di prede, così come da un altro sottoprodotto della caccia illegale: i souvenir turistici.
Gorilla
Le maggiori minacce per i gorilla sono la perdita e il degrado del loro habitat e l’uccisione diretta per
vari motivi. Le foreste africane sia in pianura che in montagna vengono distrutte per far posto alle
coltivazioni e agli allevamenti. Purtroppo ancora oggi ogni anno molti gorilla vengono uccisi dalle
popolazioni locali per nutrirsi delle loro carni. Negli ultimi anni il bracconaggio si è ulteriormente
diffuso: al consumo locale si è aggiunto il commercio di carne di gorilla (bushmeat trade), verso i mercati occidentali. Molti gorilla cadono anche vittime di lacci e trappole posti per antilopi e altri animali. La ripresa delle ostilità belliche in Ruanda, Congo, Angola e negli altri paesi del centro Africa sta causando significative perdite fra i gorilla di montagna. In tutti i paesi in cui vivono i gorilla, le leggi ne vietano caccia e cattura, ma la mancanza di fondi e l’inaccessibilità degli habitat, ne rendono impossibile una seria applicazione.

Orso polare
Durante l’autunno, quando il ghiaccio ritorna, gli orsi abbandonano la terraferma per riprendere la loro vita sulle banchise. Il livello sempre crescente della concentrazione dei gas effetto serra nell’atmosfera sta causando l’aumento delle temperature in tutto il globo. Di conseguenza, le banchise dell’Artico si stanno sciogliendo prematuramente, formandosi sempre più tardi ogni anno che passa. Gli orsi polari hanno quindi meno tempo a disposizione per procacciarsi il cibo.
Elefante
Oltre alla caccia per l’avorio, gli elefanti sono minacciati dalle numerose attività economiche umane. Per questo motivo sono nati molti progetti per scongiurare la minaccia. Tra questi c’è il programma congiunto tra WWF e IUCN denominato ETIS, acronimo di Elephant Trade Information System: una banca dati gestita dal Traffic che si occupa del monitoraggio del commercio della fauna selvatica in estinzione.
Rinoceronte
Il declino dei rinoceronti asiatici è dovuto all’eccessiva richiesta del corno e alla distruzione dell’ habitat. Le popolazioni sono così ridotte e frammentate che l’estinzione le minaccia, anche a causa del basso numero di adulti riproduttori.
Foca monaca
La foca monaca del Mediterraneo è una delle specie animali maggiormente minacciate d’estinzione al mondo. La sopravvivenza della specie è da imputare non tanto agli sforzi attuati per proteggerla, ma grazie soprattutto alla sua capacità di continuare a sopravvivere e riprodursi, tenendosi nascosta
agli sguardi dei pescatori, dei turisti e spesso anche dei ricercatori.
Balena
Un tempo era presente in tutti i mari, ora sono in 10.000 presenti soprattutto nei Santuari, vaste
zone dell’oceano dove la nostra caccia è proibita. In pericolo a causa dell’inquinamento chimico,
acustico, degli stravolgimenti climatici e della pesca eccessiva, infatti, i balenieri commerciali
hanno sfruttato quasi tutti i grandi cetacei, portandone alcune specie e molte popolazioni vicino
all’estinzione, soprattutto dopo l’adozione dell’arpione esplosivo sparato dal cannoncino (a partire
dal 1864) e delle navi “fabbrica”. Il commercio internazionale dei prodotti di balena ora molto
diminuito, ma non è cessato del tutto. Eppure esistono oggi sostituti naturali e sintetici di tutti i
prodotti dei grandi cetacei, a prezzi competitivi.
Leopardo delle nevi
Il leopardo delle nevi è stato ferocemente cacciato in passato per la sua pelliccia. Negli ultimi anni questo
tipo di commercio a livello internazionale è notevolmente diminuito, ma la specie è ancora seriamente
minacciata. Una delle minacce principali è rappresentata dal fatto che i mandriani stanno ormai
trasferendo le loro greggi nei territori del leopardo. Il bestiame domestico compete con le pecore e le
capre selvatiche a causa dalla scarsità di pascoli, e questo spinge le prede selvatiche in altre zone. In
assenza delle prede abituali, i leopardi iniziano a predare il bestiame d’allevamento, provocando la
reazione dei pastori che non esitano a uccidere i felini. I leopardi delle nevi vengono uccisi anche per le
loro ossa, che vengono usate nella medicina tradizionale cinese al posto delle ossa di tigre. Il leopardo
delle nevi, insieme agli altri grandi felini, è inserito nell’Appendice I della Convenzione sul Commercio
Internazionale delle Specie in Pericolo (CITES), che assicura una maggiore protezione a livello
internazionale.
Bisonte europeo
La foresta-parco di Bialowieza l’unico luogo in Europa che ancora ospita lo splendido mammifero del bisonte europeo che, con i suoi 124.000 ettari, è ormai la più grande d’Europa e dà rifugio e sicurezza a 1.000 specie di piante superiori e centinaia di muschi, licheni e funghi oltre a rarissimi ormai esemplari di uccelli (l’allocco degli urali, ad esempio), 62 specie di mammiferi tra cui anche il tarpan, progenitore del cavallo. I 3000 esemplari di Bisonte Europeo presenti in quest’area, sono i discendenti dei sette
esemplari rimasti in tutta Europa negli anni ’30: quindi se il pericolo di estinzione in questo momento è leggermente meno pressante, rimane grave la modesta variabilità genetica di quei 3.000 esemplari, tutti consanguinei da 80 anni almeno.

Scimpanzé
La prima minaccia per la sopravvivenza degli scimpanzé è la diminuzione delle foreste, loro habitat naturale, distrutte per ricavare il legname o convertita in terreni coltivabili. In Africa occidentale, inoltre, il fenomeno dell’uccisione di scimpanzé per scopi alimentari è in allarmante aumento. L’uso di carne (“bushmeat”) di scimmia (gorilla, scimpanzé) e di antilopi di foresta sta avendo una diffusione preoccupante e non solo per uso locale. Anche se gli animali sono protetti legalmente in alcuni stati, le leggi sono spesso inefficienti e gli scimpanzé scompaiono a una velocità allarmante.
Celacanti
Negli ultimi dieci anni il numero di celacanti esistenti nelle Isole Comore (la zona che, insieme alle coste meridionali dell’Africa, è per le sue caratteristiche geologiche in grado di fornirgli un habitat) è notevolmente diminuito. Di pari passo è aumentato il numero di esemplari imbalsamati. Tra il 1994 e il 1995 la situazione si è ulteriormente aggravata, tanto che gli studiosi hanno lanciato un appello dalle pagine della rivista inglese Nature. Nel settembre 1998, questo grosso pesce preistorico ha però sorpreso tutto il mondo scientifico finendo nelle reti di un pescatore lungo la scarpata sommersa dell’isolotto vulcanico di Menado Tua situato nel Parco Nazionale Marino di Bunaken, Nord Sulawesi (Indonesia), a più di 10 mila km dalle Isole Comore, dove si riteneva esistesse l’unica popolazione di celacanti sopravvissuta all’estinzione. Ancor più recentemente è stato individuato nelle profonde acque di Sodwana Bay (Sud Africa) e nelle acque del Kenya e le sue immagini filmate si possono vedere in internet. Sebbene i celacanti siano sopravvissuti per più di 400 milioni di anni, recenti indagini
scientifiche mostrano che questo fossile vivente ora minacciato di estinzione. La minaccia
maggiore è costituita dalla cattura accidentale di esemplari nelle reti per la pesca commerciale. La scoperta di una nuova popolazione nel Nord Sulawesi fa sperare che la sua area di distribuzione sia in realtà più estesa di quanto si pensasse. La situazione però rimane critica. Qualcosa è stato fatto: innanzitutto in molti villaggi delle Isole Comore i pescatori sono stati dotati di canoe a motore per evitare il rischio che con la pesca sottocosta si catturino anche i celacanti, e recentemente l’animale è stato inserito nella lista CITES di Washington (Accordo Internazionale di Salvaguardia della Flora e della Fauna in Estinzione) di cui anche i Carabinieri italiani hanno uno specifico raggruppamento di contrasto al commercio delle specie protette (“Enforcement”).
