7. Tutela del mare e delle acque
7. Tutela del mare e delle acque
Il 70.8% del nostro pianeta è coperto di acqua salata; la profondità media di questa massa liquida, considerando sia i grandi bacini (gli oceani) che i bacini più piccoli (i mari) è di 3.729 metri. L’acqua occupa un volume di 1.35 miliardi di km cubi: se mettiamo le dimensioni del mare in rapporto con la Terra però le proporzioni cambiano: la sua profondità media è ben poca cosa rispetto agli oltre 12.500 km di diametro del nostro pianeta. Nonostante questo, ospita, sia presso le coste sia al largo, un grande numero di specie animali e vegetali, alcune ancora sconosciute; dal più grande mammifero esistente (la balenottera azzurra), a miliardi di organismi unicellulari (il fitoplancton) che da soli producono la maggior parte dell’ossigeno presente nell’atmosfera. L’acqua è dunque tra i principali costituenti degli ecosistemi ed è la risorsa più importante del pianeta, indispensabile all’uomo e a tutti gli organismi viventi.

(c) Can Stock Photo / PaulPaladin
Basti pensare che le prime forme di vita, com’è noto, sono apparse miliardi di anni fa nelle acque oceaniche e per molto tempo l’acqua è rimasta l’unico ambiente in cui poteva manifestarsi la vita. Anche la ricerca dell’uomo nello spazio, finalizzata alla scoperta di altri mondi abitabili, mira anzitutto alla scoperta di acqua sotto diverse forme possibili. Nonostante la notevole presenza di acqua sulla Terra distribuita tra fiumi, laghi, foci, oceani, mari, falde sotterranee, solo una quota inferiore allo 0.1% è disponibile come acqua dolce per l’uso umano (alimentazione, igiene, agricoltura, industria). La sua distribuzione sulla Terra non è tuttavia omogenea, ragion per cui milioni di persone non hanno ancora accesso all’acqua di cui necessiterebbero. Al contrario, i Paesi avanzati come il nostro, adottano spesso comportamenti sbagliati che portano ad un evidente spreco di questo bene prezioso (per esempio tutte le perdite che si registrano lungo le condotte idriche). In uno scenario abbastanza allarmante, si arriva a prospettare che le future guerre dell’umanità saranno combattute per l’accesso e l’approvvigionamento dell’acqua.
Ulteriore ecoservizio fornito naturalmente dall’acqua dei mari e degli oceani è quello che influisce e caratterizza il clima; la capacità di assorbire e rilasciare calore verso le coste, nota come termoregolazione, permette alle zone costiere di beneficiare di un clima sempre mite e gradevole rispetto alle zone continentali. Il mare ha da sempre messo in contatto le civiltà, ed è stato ed è tuttora fonte economica primaria per le zone costiere in particolare; la grande quantità di alimenti che se ne ricavano (pesci, molluschi, crostacei, alghe), nonché lo sviluppo di economie basate sul turismo e attività analoghe, sono per l’uomo fonte irrinunciabile di ricchezza. Tuttavia, oggi i mari e gli oceani sono in serio pericolo, soprattutto per le sostanze inquinanti che contaminano in misura sempre maggiore il suo habitat, producendo effetti dannosi per gli organismi animali e vegetali che li popolano e che interessano anche l’uomo.
Gli scarichi domestici e industriali, le colture agricole con il massiccio uso di fertilizzanti chimici, le cave e le discariche sono le principali fonti di inquinamento del mare. Drammaticamente attuale è la questione delle microplastiche, entrate ormai nella catena alimentare marina, che causa la morte di organismi marini a tutti i livelli. Anche l’uomo non ne è immune: si verificano sempre più frequentemente ritrovamenti di microplastiche all’interno del pesce che arriva sulle nostre tavole.
A tal proposito, si stanno moltiplicando gli interventi finalizzati all’eliminazione dell’uso della plastica dalle attività umane. Il motto “Plastic free” è sempre più ricorrente e ciascuno di noi, come membro di una collettività, ha il dovere di fare il primo passo verso quella che dovrà essere la soluzione definitiva al problema plastica.
L’equilibrio del rapporto tra l’uomo e la risorsa acqua deve essere regolamentato non tanto da interventi di regolazione e mantenimento, quanto da un radicale cambiamento del nostro modo di gestire questa preziosa risorsa, con la tutela e il rispetto necessari per la sua salvaguardia e conservazione per la stessa vita del pianeta e per le future generazioni. Solo loro potranno dire se oggi saremo stati capaci di farlo.
Testo di Rita Pirozzi
tratto dal libro per studenti “Educazione civica a scuola” pubblicato da