17. Partnership per gli Obiettivi
17. Partnership per gli Obiettivi
Obiettivo 17 – Partnership per gli obiettivi
Screenshot
L’ultimo Obiettivo dell’Agenda 2030 è probabilmente quello cruciale: senza una intensa collaborazione di patti tra gli attori, pubblici e privati, enti ed organismi, governi e forze sociali, cittadini ed istituzioni di ogni paese, tutti i 169 traguardi dei Goals diventerebbero impossibili da raggiungere restando mere utopie. In primo luogo occorrerà aumentare gli investimenti finanziari per supportare i paesi in via di sviluppo con interventi mirati, aiuti economici ed eliminazione dei dazi, studiando anche nuove forme di mobilitazione di risorse economiche oltre alla valorizzazione delle materie prime locali insieme alle esportazioni. Gli investimenti saranno a medio/lungo termine, ma avranno effettive positive ripercussioni a livello globale rafforzando la correlazione “collaborazione Stati – Progresso”. Non meno importante è l’aiuto delle istituzioni internazionali per sostenere la riduzione del debito estero che grava pesantemente sulle economie dei paesi più poveri. In secondo luogo si dovrà sostenere e rafforzare la cooperazione in ambito tecnologico offrendo collaborazioni e scambi di carattere scientifico e della innovazione soprattutto digitale per migliorare l’accesso alle informazioni e potenziare le comunicazioni. L’Obiettivo 17 non è un’utopia e dovrà favorire processi di sviluppo e democratizzazione in tutti i paesi che stanno perseguendo queste mete. Alcuni paesi possono offrire competenze (know-how) scientifiche e tecnologiche all’avanguardia per il progresso e la modernizzazione delle infrastrutture, anche digitali, oltre che dei servizi alla popolazione nei vari Obiettivi da raggiungere. In questo le aziende italiane possono giovarsi di questa opportunità essendo altamente specializzate in alcuni settori come quello manufatturiero, meccanico e ingegneristico. In Italia è attiva da alcuni anni l’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo che fornisce linee guida di attuazione degli interventi a sostegno degli Obiettivi. La capacità di sviluppo andrà supportata da iniziative concrete a supporto dei piani nazionali e locali in particolare tra gli Stati Nord-Sud con benefici reciproci. Anche il sistema commerciale dovrà trovare nuove strade per aumentare accordi “multilaterali” in grado di sostenere le economie più bisognose e rispettando il libero mercato a livello internazionale nella prospettiva di una stabilità macro-economica per lo sviluppo sostenibile. Esistono infine delle urgenti “questioni sistemiche” da migliorare in questa nostra “unica casa”:
- la coerenza delle politiche istituzionali che metta al centro le persone ed il pianeta con una strategia e linee di indirizzo condivise;
- la collaborazione plurilaterale di programmi di sviluppo di conoscenze;
- i dati ed il monitoraggio di alta qualità ed affidabili per misurare ed analizzare responsabilmente numeri che fotografano società ed economie.
Attualmente gli enti o le organizzazioni che si occupano di aumentare le partnership e la cooperazione internazionale sono moltissime tra istituzionali, governative e ONLUS, ma tutte devono migliorare negli sforzi congiunti per azioni efficaci che portino a risultati tangibili alla luce di quanto sollecitato dalle crescenti esigenze del mondo del nuovo millennio.
Target
A. Finanza
A1. Consolidare la mobilitazione delle risorse interne anche attraverso l’aiuto internazionale ai paesi in via di sviluppo per aumentarne la capacità fiscale interna e la riscossione delle entrate.
A2. I paesi industrializzati devono rispettare i loro impegni ufficiali di aiuto allo sviluppo, incluso l’obiettivo di destinare lo 0.7 per cento del reddito nazionale lordo per l’aiuto pubblico allo sviluppo (APS/RNL) ai paesi in via di sviluppo e destinare dallo 0.15 al 0.20 per cento del APS/RNL ai paesi meno sviluppati; i fornitori mondiali di aiuto pubblico allo sviluppo sono invitati a fornire almeno il 0.20 per cento del APS/RNL ai paesi meno sviluppati.
A3. Mobilitare ulteriori risorse economiche per i paesi in via di sviluppo da più fonti.
A4. Aiutare i paesi in via di sviluppo a sostenere il debito a lungo termine attraverso politiche coordinate volte a stimolare il finanziamento, la riduzione, la ristrutturazione del debito, e affrontare il debito estero dei paesi più poveri e più fortemente indebitati al fine di ridurne il peso. A5 Adottare e applicare regimi di promozione degli investimenti per i paesi meno sviluppati.
B. Tecnologia
B1. Rafforzare la cooperazione Nord-Sud, Sud-Sud, la cooperazione triangolare regionale e internazionale e l’accesso alle scoperte scientifiche, alla tecnologia e alle innovazioni, e migliorare la condivisione della conoscenza sulla base di modalità concordate attraverso un maggior coordinamento tra i meccanismi già esistenti in particolar modo a livello delle Nazioni Unite e attraverso un meccanismo globale di accesso alla tecnologia.
B2. Promuovere nei paesi in via di sviluppo la crescita, lo scambio e la diffusione di tecnologie rispettose dell’ambiente a condizioni favorevoli, attraverso patti agevolati e preferenziali stabiliti di comune accordo.
B3. Entro il 2017 rendere operativo il meccanismo per il rafforzamento della tecnologia della banca e della scienza, della tecnologia e innovazione per i paesi meno industrializzati e rafforzare l’uso della tecnologia avanzata in particolar modo nell’informazione e nelle comunicazioni.
C. Capacità di sviluppo
C1. Accrescere il supporto internazionale per implementare nei paesi non industrializzati uno sviluppo delle capacità efficaci e al fine di sostenere i piani nazionali per la realizzazione di tutti gli obiettivi dello Sviluppo Sostenibile, attraverso la cooperazione Nord-Sud, Sud-Sud e quella triangolare.
D. Commercio
D1. Promuovere un sistema di scambio universale, regolamentato, aperto, sotto il controllo dell’Organizzazione Mondiale del Commercio, attraverso negoziazioni nell’ambito dell’Agenda di Doha per lo Sviluppo.
D2. Incrementare considerevolmente le esportazioni dei paesi emergenti e, entro il 2020, raddoppiare la quota delle loro esportazioni globali.
D3. Realizzare tempestivamente per i paesi meno sviluppati un accesso al mercato libero da dazi e quote su basi durevoli, coerente con quanto deciso dall’Organizzazione Mondiale del Commercio, assicurando che le regole preferenziali applicabili alle importazioni dai paesi meno sviluppati siano semplici e trasparenti e contribuiscano a facilitare l’acceso ai mercati.
E. Questioni sistemiche
E1. Coerenza politica e istituzionale
E2. Promuovere la stabilità macroeconomica globale attraverso il coordinamento e la coerenza politica.
E3. Accrescere la coerenza politica per lo sviluppo sostenibile. Rispettare lo spazio politico e la leadership di ogni paese per istituire ed implementare politiche per la lotta alla povertà e per lo sviluppo sostenibile.
E4. Programmi di collaborazione plurilaterale Intensificare la partnership globale per lo Sviluppo Sostenibile, coadiuvata da collaborazioni plurilaterali che sviluppano e condividono la conoscenza, le competenze, le risorse tecnologiche e finanziarie, per raggiungere gli obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile in tutti i paesi, specialmente in quelli emergenti.
E5. Incoraggiare e promuovere partnership efficaci nel settore pubblico, tra pubblico e privato e nella società civile basandosi sull’esperienza delle partnership e sulla loro capacità di trovare risorse.
E6. Dati, monitoraggio e responsabilità. Entro il 2020, rafforzare il sostegno allo sviluppo dei paesi emergenti e dei piccoli Stati Insulari in Via di Sviluppo (SIDS). Incrementare la disponibilità di dati di alta qualità, immediati e affidabili andando oltre il profitto, il genere, l’età, la razza, l’etnia, lo stato migratorio, la disabilità, la posizione geografica e altre caratteristiche rilevanti nel contesto nazionale.
E7. Entro il 2030, partire dalle iniziative esistenti per sviluppare misure di progresso nell’ambito dello sviluppo sostenibile che completino il prodotto interno lordo, e supportare la capacità di sviluppo dei paesi emergenti.
Popup
Cooperanti allo sviluppo: opportunità di volontariato e lavoro
La Legge italiana già dal 2014 riconosce tra i “soggetti del sistema della Cooperazione allo Sviluppo italiana”, i soggetti privati con finalità di lucro. Questa Legge sulla Cooperazione internazionale riconosce il ruolo del settore privato nella generazione di crescita e sviluppo sostenibile nei Paesi partner, attraverso la collaborazione con altri soggetti della società civile, compresi i partner locali. Esistono infatti molti progetti di sviluppo o interventi umanitari in decine di paesi svolti da associazioni di volontari o “cooperanti” con diverse tipologie di figure professionali: progettisti, consulenti, operatori umanitari e ambientali, che lavorano nei settori dell’assistenza, della sanità, della prevenzione dei disastri naturali, dell’educazione e della formazione, del commercio, dell’artigianato e così via. Le associazioni lavorano in stretta collaborazione con il nostro Ministero degli Esteri diventando parte integrante della politica estera del nostro paese.
Influencer
António Guterres, politico, diplomatico portoghese ed attuale Segretario Generale delle Nazioni Unite, si è occupato per anni dell’emergenza profughi. Al centro del proprio lavoro c’è la rivendicazione della priorità della dignità umana attraverso processi di mediazione e la promozione di riforme e innovazioni tra i paesi.
Keywords
Coerenza: costanza tra pensiero ed azioni.
Debito: ciò che è dovuto; i paesi industrializzati vantano enormi “crediti” nei confronti dei paesi in via di sviluppo.
Infrastrutture: opere complementari necessarie allo svolgimento di attività economiche (strade, ponti, aeroporti, fognature, illuminazione, aree verdi …).
Multilaterale: patti o accordi che interessano più parti.
Know-how: dall’inglese “sapere come”, cioè l’insieme di conoscenze, esperienze e processi necessari per svolgere in modo ottimale un’attività o un lavoro.
Utopia: dal greco “non luogo” ovvero un “luogo che non esiste” che può diventare un sogno, un progetto, un’aspirazione non realizzabile.
Testo di Paolo Quadrino
tratto dal libro per studenti “Educazione civica a scuola” pubblicato da