16. Pace, giustizia e istituzioni solide
16. Pace, giustizia e istituzioni solide
Obiettivo 16 – Pace, giustizia e istituzioni solide
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L’Obiettivo 16 dell’Agenda è probabilmente il presupposto indispensabile di tutti gli altri se soltanto si pensa alla sua importanza relativamente alla povertà, alla fame, alla salute, all’istruzione, alla parità di genere, al lavoro e alle disuguaglianze. La frase del Dalai Lama “La pace può durare solo dove i diritti umani sono rispettati, dove il popolo non ha fame e dove individui e nazioni sono liberi” sintetizza l’inscindibilità e l’interdipendenza tra Pace e Giustizia: impossibile avere qualsiasi futuro con conflitti e ingiustizie a livello sociale o politico. Per raggiungere questo Obiettivo è necessario l’impegno sia dei singoli individui e sia delle istituzioni tutte. La pace si deve cercare, costruire e custodire ad ogni livello: a partire dai nostri luoghi di vita quotidiana nelle abitazioni, a scuola, nella città, nel nostro paese con relazioni aperte e di confronto civile con “l’altro” dal quale apprendere per la propria crescita (e viceversa) fino alle situazioni più allargate e globali di controversie politiche, economiche o religiose. La giustizia per il mancato rispetto dei diritti umani e civili è lo strumento che aiuta a trovare la soluzione dei contrasti per la sua “terzietà” in campo civile, sociale e politico. Per Pace non si deve comunque intendere mancanza di guerra (per gli antichi era semplicemente il tempo della tregua e per il filosofo olandese Baruch Spinoza “è una virtù, uno stato d’animo, una disposizione alla benevolenza, alla fiducia, alla giustizia”) né per Giustizia assenza di discriminazioni (agire in modo giusto non garantisce la giustizia e c’è bisogno di una istituzione che la riconosca). Esempi di come le conseguenze di assenza di Pace, Giustizia ed Istituzioni solide provochino squilibri, guerre e violenze sono quelli dei “profughi” costretti a migrazioni da guerre, povertà o terrorismo oppure dalla discriminazione razziale (come l’Apartheid). L’Europa da decenni fortunatamente sta perseguendo la Pace – nel 2012 le è stato assegnato il Premio Nobel per la Pace – e la Giustizia in applicazione della Dichiarazione universale dei diritti umani proclamata dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 1948 che è un fondamento per il riconoscimento dei Diritti umani di cui ogni essere umano deve godere per la sola ragione di essere al mondo garantendo il diritto alla vita, alla sicurezza, a soddisfare i bisogni primari, a manifestare i propri pensieri e le proprie idee. Nonostante gli sforzi congiunti delle istituzioni i dati riportati dalle Nazioni Unite sono ancora allarmanti, secondo l’UNRIC, soprattutto in riferimento a:
- la corruzione o concussione che colpiscono in particolare magistratura e polizia;
- evasione fiscale e tangenti nei Paesi in via di sviluppo;
- metà dei bambini lascia la scuola primaria nei Paesi in cui sono in atto conflitti.
L’Italia ha dimostrato un grande impegno e fatto molti progressi nel campo della pace; invece, nel campo della parità di accesso alla giustizia, in quello della lotta alla criminalità organizzata, alla corruzione o concussione e protezione delle libertà fondamentali, il nostro Paese ha ancora molto da lavorare. Pace e Giustizia sono fondamentali per la crescita ed il benessere al fine di sconfiggere violenze, povertà, soprusi, insicurezza che devono essere affrontati, in modo globale, dalle istituzioni non a caso definite nell’Obiettivo “solide” con l’unico intento di cooperare per la creazione di un mondo pacifico e giusto in cui vivere perché “la giustizia fu fatta per amor della pace” (Martin Lutero).
Target
16.1 Ridurre ovunque e in maniera significativa tutte le forme di violenza e il tasso di mortalità ad esse correlato.
16.2 Porre fine all’abuso, allo sfruttamento, al traffico di bambini e a tutte le forme di violenza e tortura nei loro confronti.
16.3 Promuovere lo stato di diritto a livello nazionale e internazionale e garantire un pari accesso alla giustizia per tutti.
16.4 Entro il 2030, ridurre in maniera significativa il finanziamento illecito e il traffico di armi, potenziare il recupero e la restituzione dei beni rubati e combattere tutte le forme di crimine organizzato.
16.5 Ridurre sensibilmente la corruzione e gli abusi di potere in tutte le loro forme.
16.6 Sviluppare a tutti i livelli istituzioni efficaci, responsabili e trasparenti.
16.7 Garantire un processo decisionale responsabile, aperto a tutti, partecipativo e rappresentativo a tutti i livelli.
16.8 Allargare e rafforzare la partecipazione dei paesi in via di sviluppo nelle istituzioni di governance globale.
16.9 Entro il 2030, fornire identità giuridica per tutti, inclusa la registrazione delle nascite.
16.10 Garantire un pubblico accesso all’informazione e proteggere le libertà fondamentali, in conformità con la legislazione nazionale e con gli accordi internazionali.
16.a Consolidare le istituzioni nazionali più importanti, anche attraverso la cooperazione internazionale, per sviluppare ad ogni livello, in particolare nei paesi in via di sviluppo, capacità per prevenire la violenza e per combattere il terrorismo e il crimine.
16.b Promuovere e applicare leggi non discriminatorie e politiche di sviluppo sostenibile.
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Amnesty International per un mondo più giusto
Amnesty International è un movimento di persone determinate a creare un mondo più giusto, in cui ogni persona possa godere dei diritti umani sanciti dalla Dichiarazione universale dei diritti umani. Dal 1961 mette in evidenza le ingiustizie, dà voce a chi non ha voce, cambia la vita delle persone ridando libertà, dignità e salvando in media 3 vite al giorno. L’attenzione maggiore è dunque rivolta alla mobilitazione e all’attivismo per i diritti umani intraprendendo azioni che possano influenzare da un lato l’opinione pubblica e soprattutto dall’altro i decisori politici ed istituzionali nel cambiare la legislazione e la politica. L’organizzazione ha sede a Londra, ma è presente in oltre 70 paesi con circa 7 milioni di persone aderenti tra sostenitori, soci e attivisti (più di 70.000 in Italia). Le campagne mirano a sensibilizzare e mobilitare le coscienze cercando di cambiare le vite dei singoli, l’opinione pubblica e quelle di intere comunità. Amnesty svolge anche attività di ricerca e programmi educativi nei paesi in via di sviluppo.
Influencer
Martin Luther King fu politico statunitense, difensore dei diritti civili e grande combattente in favore della pace sociale e della giustizia. Sollecitò le istituzioni locale e del mondo diventando un leader per la sua celeberrima frase del 1963: “Io ho un sogno, che i miei quattro figli piccoli vivranno un giorno in una nazione nella quale non saranno giudicati per il colore della loro pelle, ma per le qualità del loro carattere”.
Keywords
Apartheid: nella Repubblica Sudafricana i “non bianchi” erano costretti a vivere in uno stato di inferiorità e soggetti a umilianti proibizioni.
Concussione: reato commesso dal pubblico ufficiale che abusa della sua qualità o suoi poteri per ottenere un’utilità.
Dalai Lama: capo politico del Tibet indipendente, guida spirituale, letteralmente traducibile in “oceano di saggezza”.
Martin Lutero: teologo tedesco (1483-1546) noto come riformatore religioso e iniziatore della “riforma protestante”, ovvero della Chiesa Evangelica luterana.
Solido: per le istituzioni si possono intendere le loro prerogative caratterizzate da robustezza, integrità, solidarietà.
Baruch Spinoza: filosofo olandese (1632-1677) esponente del razionalismo e antesignano dell’illuminismo, riteneva l’uomo assolutamente libero, sereno e padrone di sé. “L’inclusione non è un obbligo morale, ma un legame fisico”.
Terzietà: essere “terzo”, indipendente, al di sopra delle parti.
UNRIC: Centro Regionale di Informazione delle Nazioni Unite, nato per diffondere informazioni, rapporti, documenti delle attività delle NU.
Testo di Paolo Quadrino
tratto dal libro per studenti “Educazione civica a scuola” pubblicato da