01. Sconfiggere la povertà

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01. Sconfiggere la povertà

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Obiettivo 1 – Sconfiggere la povertà

Goal 1

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Nelson Mandela disse che “sconfiggere la povertà non è un atto di carità, ma un atto di giustizia”. Questo primo obiettivo dei 17 Goal è alla base di tutti i restanti. Solo sconfiggendo la povertà si potrà ridare dignità, forza e futuro a tutti. Nel mondo un abitante su cinque vive con meno di 1,25 dollari al giorno in maggioranza in Africa e nel sud dell’Asia. La povertà genera malnutrizione, fame, mancanza di accesso all’istruzione, discriminazione ed esclusione sociale. L’abbattimento delle povertà permetterà una crescita economica inclusiva promuovendo conseguentemente l’uguaglianza. In Italia viene calcolato che circa 5 milioni di persone vive in povertà assoluta: dal 2017 una Legge prevede una misura universale di sostegno per chi si trova in questa condizione riconoscendo a costoro un cosiddetto “Reddito di inclusione”. Porre fine alla povertà sarà possibile attraverso azioni concrete e strategie politiche dei singoli paesi ed internazionali con sistemi di protezione sociale orientati ad uno sviluppo economico per tutti, penultimi compresi. I governi devono aumentare la cooperazione allo sviluppo affinché si abbassi e si abbatta il rischio povertà e l’indice di deprivazione materiale oltre a proteggere i poveri dagli effetti di eventi estremi legati al clima o ad eventi naturali, economici o sociali. Tra le principali cause della povertà ci sono:

  • l’accesso inadeguato all’acqua potabile e al cibo nutriente;
  • scarso accesso ai posti di lavoro;
  • conflitti e guerre;
  • disuguaglianze sia sociali, sia economiche sia di genere;
  • scarsa istruzione e analfabetismo;
  • cambiamenti climatici;
  • mancanza di infrastrutture;
  • capacità limitate dei governi;
  • mancate politiche sociali;
  • mancanza di risparmio.

La povertà può essere intesa anche al di là di quella meramente economica: c’è infatti quella della salute, della formazione scolastica, dell’alloggio o senza fissa dimora, dell’accesso all’acqua, delle infrastrutture, dell’occupazione ed anche dell’informazione. La ricchezza è l’altra faccia della povertà: nel 2017 oltre l’80% della ricchezza del mondo era posseduta solo dall’1% della popolazione mondiale. La povertà genera conseguenze sociali e politiche come le migrazioni, la malavita o il terrorismo. L’art. 25 della “Dichiarazione universale dei Diritti umani” riconosce ad ogni individuo il diritto “a un tenore di vita sufficiente a garantire la salute e il benessere proprio e della sua famiglia”.


Target

1.1 Entro il 2030, eliminare completamente in tutto il mondo la povertà estrema, attualmente
misurata come numero di persone che vivono con meno di 1,25 $ al giorno.

1.2 Entro il 2030, ridurre almeno della metà la percentuale di uomini, donne e bambini
di ogni età che vivono in povertà in tutte le sue dimensioni in base alle definizioni
nazionali.

1.3 Applicare a livello nazionale sistemi e misure di protezione sociale adeguati per tutti,
includendo i livelli minimi, ed entro il 2030 raggiungere la copertura sostanziale dei
poveri e dei vulnerabili.

1.4 Entro il 2030, assicurare che tutti gli uomini e le donne, in particolare i poveri e i
vulnerabili, abbiano uguali diritti riguardo alle risorse economiche, accesso ai servizi di
base, alla proprietà e al controllo sulla terra e ad altre forme di proprietà, eredità, risorse
naturali, nuove tecnologie e servizi finanziari appropriati, tra cui la micro finanza.

1.5 Entro il 2030, costruire la resilienza dei poveri e delle persone in situazioni vulnerabili
e ridurre la loro esposizione e vulnerabilità ad eventi estremi legati al clima e ad altri
shock e disastri economici, sociali e ambientali.

1.a Garantire una mobilitazione significativa di risorse da una varietà di fonti, anche
attraverso il rafforzamento della cooperazione allo sviluppo, per fornire ai paesi in via di
sviluppo, in particolare ai paesi meno sviluppati, mezzi adeguati e affidabili per attuare
programmi e politiche che pongano fine alla povertà in tutte le sue dimensioni.

1.b Creare solidi quadri di riferimento politici a livello nazionale, regionale e internazionale,
basati su strategie di sviluppo a favore dei poveri e attenti alla parità di genere, per
sostenere investimenti accelerati nelle azioni di eliminazione radicale della povertà.


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L’azione della “Caritas” sul territorio
La Caritas italiana si occupa da decenni di fronteggiare il problema della povertà nel nostro paese. È un organismo della Conferenza Episcopale Italiana che, in collaborazione con altri enti, promuove la testimonianza della carità in forme consone ai tempi e ai bisogni con particolare attenzione agli ultimi e con prevalente funzione pedagogica. La Caritas è presente in modo capillare su tutto il territorio nazionale con azioni di sostegno ed aiuto concreto ai più poveri, mense, case di accoglienza, ambulatori sanitari, centri estivi per bambini, centri anziani, distribuzione di alimentari e di farmaci, servizio civile oltre a accoglienza agli stranieri, campagne informative, centri di ascolto per ridurre le disuguaglianze e promuovere la solidarietà per tutti gli uomini e donne in difficoltà fisiche, psicologiche ed economiche (come accaduto durante il lockdown del 2020).


Influencer

Muhammad Yunus è un economista e banchiere bengalese che inventò il “microcredito” che gli valse il Premio Nobel per la Pace nel 2006. Il suo appellativo “Banchiere dei poveri” spiega molto della sua intuizione che ha creato benessere “economico e sociale dal basso”. Yunus infatti con la sua banca presta denaro in piccole somme, a popolazioni dei villaggi del Bangladesh, che consentono di avviare piccoli progetti imprenditoriali: una macchina per cucire, una bicicletta, un telefono … Le somme vengono restituite alla banca dalle persone che così possono avviare “micro attività” che le sostentano creando un circolo virtuoso e, soprattutto per le donne, di emancipazione sociale.


Keywords

Cooperazione allo sviluppo: forme di collaborazione tra Stati per uno sviluppo comune particolarmente indirizzate alle aree considerate deboli.

Deprivazione materiale: indicatore di persone che sperimentano almeno 4 su 9 impossibilità ad avere beni e servizi (TV, auto, vacanza).

Indice di Povertà Multidimensionale (MPI): ha sostituito l’indice di povertà umana.

Penultimi: lavoratori saltuari, a giornata, stagionali detti anche “Working poor”.

Povertà: condizione di inferiorità economica.

Povertà assoluta: condizione per cui non si dispone delle primarie risorse per il sostentamento umano, come cibo, acqua, vestiti, casa.

Povertà relativa: è un parametro statistico ed in Italia nel 2019 è calcolato in circa 1.100 euro mensili per una famiglia di due persone.

Reddito di inclusione (REI): sussidio statale a favore delle famiglie più povere.

Rischio povertà: essere in una condizione economica che può comportare esclusione sociale.

Senza fissa dimora: coloro che non hanno una abitazione fissa e sono detti anche “Clochard”.


Testo di Paolo Quadrino
tratto dal libro per studenti “Educazione civica a scuola” pubblicato daWinScuola

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