Nuovi Percorsi abilitanti da 60 CFU, si ipotizza con numero chiuso e tirocinio. Pittoni (Lega): “Come il vecchio TFA: mancheranno i docenti abilitati”

“Vi sono pressioni affinché il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri sui percorsi formativi abilitanti all’insegnamento conservi le caratteristiche del vecchio Tfa: numero chiuso (mascherato) e tirocinio pure per chi insegna da una vita. Ma se passa tale approccio, di fatto pesantemente vessatorio nei confronti dei docenti con esperienza e in lista d’attesa anche da nove anni, rischiamo una selezione qualitativa al contrario: cioè che i migliori optino per settori lavorativi più accoglienti rispetto alla scuola”.
Lo dichiara il senatore Mario Pittoni, responsabile del Dipartimento Istruzione della Lega e vicepresidente della commissione Cultura a Palazzo Madama.
“Senza contare che, prosegue il leghista, se il braccio di ferro in corso vedrà il successo di alcuni tecno-burocrati, ci ritroveremo nella stessa situazione prodotta in questi anni dal Tfa: mancanza di insegnanti abilitati e mancanza di specializzati sul sostegno. È il momento di voltare pagina”.
“Abbiamo demandato a un Dpcm il provvedimento sui percorsi abilitanti per dare un colpo di acceleratore a un intervento atteso da troppo tempo e che interessa centinaia di migliaia di docenti. Non per ripetere errori del passato. Il meccanismo non deve prevedere numero chiuso e non ha senso imporre il tirocinio a chi non ne ha bisogno. Basta giocare con la vita delle persone!“, conclude Pittoni.
La legge di conversione del DL 36/22 contenente la riforma del reclutamento docenti per la scuola secondaria, rimanda ad un Decreto da pubblicare entro il 31 luglio 2022 per i dettagli sulle modalità di acquisizione del titolo.
Il 31 luglio è passato e del decreto non si è più saputo nulla.
Entro il 31 luglio 2022 il provvedimento della presidenza del Consiglio dei Ministri definirà
- i contenuti e la strutturazione dell’offerta formativa corrispondente a 60 CFU/CFA, di cui almeno 10 di area pedagogica, comprendente attività di tirocinio diretto e indiretto non inferiore a 20 CFU/CFA. Per ogni CFU/CFA di tirocinio, l’impegno in presenza nelle classi non può essere inferiore a 12 ore. I
- il numero di crediti universitari o accademici riservati alla formazione inclusiva delle persone con disabilità
- la percentuale di presenza alle attività formative necessarie per l’accesso alla prova finale
- le modalità di svolgimento della prova finale del percorso universitario e accademico, comprendente la prova scritta e orale
Saranno riconosciuti i 24 CFU
Nell’ambito dei 60 CFU è comunque riconosciuta la validità dei 24 CFU/CFA già conseguiti quale requisito di accesso al concorso secondo il previgente ordinamento. Il decreto stabilirà i criteri per il riconoscimento degli eventuali altri crediti maturati nel corso degli studi universitari o accademici, purché strettamente coerenti con gli obiettivi formativi.
Costo massimo del corso da 60 CFU
Il costo di partecipazione al corso è interamente attribuito ai corsisti ma vi sarà un prezzo “calmierato” ossia la proposta di un tetto massimo che le Università potranno proporre.
TESTO
Il provvedimento però rischia di impantanarsi su alcuni aspetti che, sin da subito avevamo messo in evidenza.
Dovrà infatti prevedere una selezione iniziale?
Il numero di aspiranti da abilitare, leggiamo infatti nel DL, deve essere sufficiente a garantire la selettività delle procedure concorsuali e allo stesso tempo non deve essere superiore al fabbisogno ossia tale che il sistema di istruzione non possa assorbirli. Conseguentemente, il MI stima e comunica al MUR il fabbisogno di docenti per il sistema nazionale di istruzione (compresi le scuole paritarie e i percorsi di istruzione e formazione professionale delle regioni nonché le scuole italiane all’estero), nel triennio successivo, per tipologia di posto e classe di concorso.
Il numero di aspiranti da abilitare, dunque, è legato al fabbisogno, per cui dovrebbe esserci un limite e, conseguentemente, una selezione per l’accesso.