Percorsi abilitanti, possibile fare domanda per due classi di concorso nello stesso Ateneo ma non per la stessa classe in più Università
Per l’anno accademico 2023/2024, il Ministero dell’Università darà (si spera presto) il via libera all’organizzazione dei corsi di abilitazione per le classi di concorso della scuola secondaria. Previsti dal DPCM 4 agosto 2023, pensati sin dall’aprile 2022, a distanza di due anni non sono ancora partiti.
Durante l’appuntamento di Question Time del 2 aprile, in diretta su OS TV, l’esperta di normativa scolastica Sonia Cannas ha affrontato anche i temi legati ai percorsi abilitanti.
Un utente ha chiesto: “È possibile fare domande per possibilità nella stessa università per due classi di concorso diverse e sceglierne una se si dovesse essere ammesse entrambe?”
“Sì, nessun problema. Il problema sorge solo se si vuole presentare domanda per la stessa classe di concorso in due Atenei differenti. Questo non sarà possibile, come già comunicato dai sindacati“.
Dunque, si potrà fare domanda per più classi di concorso nella stessa Università. Al contrario, in più atenei non si potranno inviare domande di partecipazione per la stessa classe di concorso.
Qual è il vantaggio di presentare domanda per più classi di concorso
Chi ha i requisiti di accesso, potrà presentare domanda per più classi di concorso nello stesso ateneo, se l’università scelta eroga i percorsi per entrambe. Questo fornisce una maggiore possibilità di accesso, poiché l’accesso è limitato al numero dei posti autorizzati per l’anno accademico di riferimento (suddivisi per classe di concorso e Ateneo potrebbero essere veramente pochi).
Nel caso di domande in numero superiore al numero dei posti, le Università dovranno stabilire una graduatoria in base a titoli e servizio.
Pertanto, dovesse andar male una classe di concorso, potrebbe andar bene l’altra.
Non sappiamo invece se le eventuali graduatorie formulate saranno valide per più anni accademici e quindi si potrà entrare a scorrimento se la classe di concorso verrà attivata anche l’anno successivo o se nel nuovo anno accademico si riparte da zero.
ASCOLTA LA RISPOSTA DI SONIA CANNAS