Percorsi abilitanti per vincitori Concorso PNRR 1, Anief: è caos, docenti rischiano licenziamento se le Università non attivano i corsi

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“Il concorso Pnrr1 per docenti continua a deludere” è quanto afferma il sindacato Anief, in relazione alle difficoltà che tanti vincitori del concorso PNRR1 stanno riscontrando per le iscrizioni ai percorsi abilitanti obbligatori per il completamento della formazione.

30 o 36 CFU che serviranno per trasformare, dall’anno scolastico 2025/26 la supplenza in contratto a tempo indeterminato ed essere avviati all’anno di prova. Ecco i BANDI aperti e le scadenze.

Il problema – spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – è che ci sono almeno due regioni, come la Liguria e il Friuli Venezia Giulia, dove i corsi di formazione non sono stati organizzati e i diretti interessati cominciano ad essere giustamente molto preoccupati”.

Stando così le cose – prosegue il presidente nazionale del giovane sindacato autonomo e rappresentativo – chiediamo al Ministero dell’Istruzione e del Merito e prima ancora al Ministero dell’Università e della Ricerca delle soluzioni immediate perché partano subito i corsi nelle Università individuate e che si concludano entro il prossimo 30 giugno, come previsto dalla normativa, anche in modalità telematica.

Tenendo presente – conclude Pacifico – che sarebbe assurdo, è bene chiarirlo subito, fare frequentare i corsi in regioni lontane per indisponibilità delle Università preposte”.

Le difficoltà riscontrate, indicate a [email protected]

1) non tutte le classi di concorso del concorso PNRR1 sono rappresentate nelle regioni in cui sono stati assunti vincitori.

MUR e MIM hanno prospettato una soluzione di coordinamento tra le Università, che a parte il caso della Sicilia, risulta non messa in pratica (per la segnalazione di eventuali buone pratiche [email protected])

2) alcune Università sono in attesa dell’accreditamento per alcune classi di concorso e non sanno indicare una tempistica, ma nello stesso tempo ci sono bandi in scadenza nei prossimi giorni

3) non c’è un orientamento univoco da parte delle Università sulla possibilità di scelta tra i 30 e 36 CFU sulla base della nota MUR – MIM del 6 febbraio 2025.

Anche laddove la nota viene messa in atto, rimane da decidere chi – tra USR e Università – abbia l’onere di controllare i titoli di accesso dichiarati.

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