Percorsi abilitanti docenti, in arrivo il DPCM. Ma i corsi non partiranno subito. Cosa c’è da sapere

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Il DPCM relativo ai percorsi abilitanti degli insegnanti potrebbe arrivare a breve. Una volta pubblicato si potrà avere un quadro completo per quanto concerne la formazione iniziale degli insegnanti.

Abbiamo già scritto pochi giorni fa delle novità che sarebbero contenute nel testo che dovrebbe vedere la luce con un anno di ritardo (la scadenza per il DPCM era fissata dalla legge 79/2022 entro il 31 luglio 2022).

Sappiamo che si tratta di una parte della riforma del reclutamento e che attualmente è in fase di esame a Bruxelles.

Le Università stanno già muovendosi in vista dei percorsi abilitanti, con il MUR che sta lavorando alla piattaforma per gli accreditamenti degli atenei, che sarà aperta a settembre.

Dalle prime stime si attendono fra 90 mila e 100 mila richieste di partecipazione, a testimonianza della grande richiesta che c’è per accedere ai percorsi abilitanti, che ricordiamo, mancano dal 2013.

Il DPCM formazione iniziale

Il DPCM dovrebbe definire

  • i contenuti e la strutturazione dell’offerta formativa corrispondente a 60 CFU/CFA, di cui almeno 10 di area pedagogica, comprendente attività di tirocinio diretto e indiretto non inferiore a 20 CFU/CFA. Per ogni CFU/CFA di tirocinio, l’impegno in presenza nelle classi non può essere inferiore a 12 ore. I
  • il numero di crediti universitari o accademici riservati alla formazione inclusiva delle persone con disabilità
  • la percentuale di presenza alle attività formative necessarie per l’accesso alla prova finale
  • le modalità di svolgimento della prova finale del percorso universitario e accademico, comprendente la prova scritta e orale.

La BOZZA prevede che i docenti, titolari di contratti di docenza presso una scuola statale o paritaria ovvero nei percorsi di istruzione e formazione professionale delle regioni, possono accedere, per i primi tre cicli, ai percorsi relativi alla propria classe di concorso, nei limiti della riserva di posti che è pari:

  1. per il primo ciclo, al 40% dell’offerta formativa programmata e accreditata per ogni classe di concorso in ciascuna Università o istituzione AFAM;
  2. per il secondo ciclo, al 30% dell’offerta formativa programmata e accreditata per ogni classe di concorso in ciascuna Università o istituzione AFAM;
  3. per il terzo ciclo, al 30%
  4. dell’offerta formativa programmata e accreditata per ogni classe di concorso in ciascuna Università o istituzione AFAM.

I corsi saranno aperti a laureati magistrali o iscritti a corsi magistrali o a ciclo unico, purché abbiano già acquisito almeno 180 crediti.  Il Dpcm prevede anche casi speciali in cui siano richiesti 30 o 36 Cfu. Inoltre, è stato definito un costo fisso di 2.500 euro per ottenere 60 Cfu, con una riduzione a 2.000 euro per gli studenti già iscritti o per coloro che hanno già acquisito 24 Cfu.

Inizio dei percorsi

I percorsi dovrebbero concludersi nell’anno accademico 2023/24.

La prova finale

Prevede una prova scritta e una lezione simulata, che accertano l’acquisizione delle competenze professionali.

La prova scritta consiste in una sintetica analisi critica di episodi, casi, situazioni e problematiche verificatisi durante il tirocinio diretto e indiretto svolto nel percorso di formazione iniziale.

La commissione ha a disposizione fino a un massimo di dieci punti per la prova scritta e dieci punti per la lezione simulata. La prova finale è superata se il candidato consegue un punteggio pari almeno a 7/10 nella prova scritta, e a 7/10 nella lezione simulata.

Con il superamento della prova finale è acquisita l’abilitazione all’insegnamento per la relativa classe di concorso.

SCARICA BOZZA DPCM 60 CFU [PDF]

Le ultime novità sui percorsi abilitanti

Contemporaneamente si sta lavorando in Parlamento sempre sui percorsi abilitanti: il decreto PA bis che sta per essere approvato definitivamente prevede che per gli anni accademici 2023/2024 e 2024/2025 i percorsi universitari e accademici di formazione iniziale possono essere svolti, a esclusione delle attività di tirocinio e di laboratorio, con modalità telematiche, comunque sincrone, in misura non superiore al 50 per cento del totale (attualmente è al 20%).

Inoltre, il limite numerico precedentemente imposto sul numero di abilitati per specifiche classi di concorso è stato soppresso. Questo significa che non esisteranno più restrizioni al numero di docenti che possono ottenere l’abilitazione in una particolare classe di concorso.

I corsi da 30 CFU, rivolti ai docenti in cerca di un’ulteriore abilitazione, saranno erogati online. Questo riguarda sia i docenti specializzati sul sostegno che non sono ancora abilitati, sia quelli che cercano di acquisire una seconda abilitazione.

Inoltre, con emendamento sostenuto dall’intera maggioranza, sui percorsi di abilitazione del personale precario della scuolasia statale sia paritaria, valorizzando per entrambe le categorie l’esperienza professionale già prestata nel sistema nazionale d’istruzione ai fini dell’accesso ai percorsi di abilitazione da 30 CFU: sarà necessario per partecipare aver svolto sevizio per almeno tre anni, anche non continuativi, negli ultimi cinque, di cui uno almeno nella classe di concorso per la quale si sceglie di abilitarsi.

Quali tempistiche?

Resta il dubbio sulla tempistica dell’avvio dei corsi. Dubbio che potrebbe essere stato sciolto dal deputato della Lega Rossano Sasso che apre una speranza importante, anticipando che l’avvio dei percorsi universitari per il conseguimento dei 60 CFU è previsto per fine anno 2023.

Chiaramente si attendono conferme ufficiali data anche la complessità di gestione dei percorsi che vede coinvolti due ministeri, quello dell’Istruzione e del Merito e quello dell’Università, che senza dubbio in questa fase gioca un ruolo fondamentale.

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