Perché un docente sceglie di insegnare? Il post di Galiano che ricorda la complessità e la bellezza del lavoro
La domanda “Ma chi te lo fa fare?”, spesso silenziosamente posta con sguardi di perplessità, aleggia sulla professione docente. Enrico Galiano, scrittore e insegnante, offre una risposta potente e toccante, svelando la vera linfa vitale che alimenta la sua dedizione. Non si tratta di una scelta priva di dubbi, ma di una vocazione alimentata da istanti di pura magia.
Galiano cita esempi concreti, episodi che illuminano la complessità e la bellezza del suo lavoro. Ricorda L., una studentessa scoraggiata dai numerosi errori nel suo compito, che riacquista fiducia e splendore negli occhi grazie a un semplice elogio sulla sua scrittura. “Perché gli errori con l’esercizio si imparano a evitare: certe sensibilità, certe delicatezze dell’anima che si nascondono nella filigrana della scrittura, o le hai o non le hai,” afferma Galiano, sottolineando l’importanza di riconoscere e valorizzare le qualità individuali degli studenti.
Un altro esempio significativo è J., uno studente silenzioso e distratto, che improvvisamente sorprende tutti ricordando dettagli di una lezione di un mese prima, un ricordo sfuggito persino all’insegnante stesso. Tali momenti, apparentemente banali, rivelano la profondità dell’impatto che un insegnante può avere sulla vita dei suoi allievi.
Infine, Galiano descrive E., uno studente ansioso e taciturno, che trova la forza di candidarsi a sindaco degli studenti, dimostrando una crescita inaspettata e una ritrovata fiducia in se stesso. Questi episodi, secondo Galiano, rappresentano “quell’istante. Quello lì. Quello che due secondi prima non sono ancora niente, e poi li vedi diventare qualcosa”. Sono i germogli che rompono la terra arida, simboli di una crescita e di una fioritura che ricompensano ampiamente la fatica e il sudore dell’insegnante.
“Quello in cui uno solo, un solo fiore, ti ripaga di tutto il tuo sudore, di tutto il tuo seminare,” conclude Galiano, riassumendo la profonda soddisfazione che deriva dal vedere i propri studenti crescere e fiorire. È in questi momenti unici e irripetibili che risiede la vera motivazione di chi sceglie di dedicarsi all’insegnamento.