Perché i docenti delle scuole paritarie non meritano il ruolo nella statale? Lettera

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Emanuela Ceglie – Gentili senatori, sono una docente che insegna da sei anni in una scuola paritaria. Invito a considerare oltre all’emergenza Covid-19 per la trasformazione in legge dei decreti proposti dalla ministra Azzolina, l’incostituzionalità nel considerare solo i docenti della scuola pubblica come meritevoli del concorso straordinario per ottenere il ruolo.

Chi ha i requisiti richiesti, 3 anni di servizio nella scuola statale, può partecipare, mentre, chi, come me, insegna dal doppio del tempo si ritrova indietro, non considerata e soprattutto può solo conseguire l’abilitazione.

Ma perché?

Essendo la scuola paritaria, istituzione scolastica equipollente a quella statale, dove i docenti lavorano allo stesso modo, se non di più per avere una retribuzione simile al pubblico, PROPONGO IL CONCORSO PER SOLI TITOLI A CHI HA PIÙ DI 3 ANNI NEL MONDO SCOLASTICO, SIA STATALI CHE PARITARIE, in tal modo avrebbe più senso e sarebbe una proposta più democratica.

Vi prego di riconsiderare i docenti delle scuole paritarie che prestano servizio nel territorio nazionale in istituti EQUIPOLLENTI per non incappare nell’ennesima decisione ingiusta a favore dell’irragionevolezza della ministra.

Se diventerà legge, ci saranno ricorsi e manifestazioni di rivolta e indignazione da parte del mondo della scuola.

Grazie per l’attenzione

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