Perché escludere i docenti delle paritarie dal concorso straordinario bis? Lettera

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inviata da Anna Paola Carluccio – Sono una docente precaria con otto anni di esperienza nella scuola. A partire dall’anno scolastico 2019/2020 ho iniziato a lavorare come insegnante di italiano (classe di concorso A022) presso un istituto paritario, dopo aver sostenuto due colloqui ed essere stata scelta tra diversi candidati.

Occupando i primi posti nelle graduatorie di istituto, ho ricevuto, nel corso degli ultimi tre anni, diverse convocazione e ho persino rinunciato ad incarichi conferiti tramite GPS a settembre 2021, perché ho preferito garantire la continuità didattica ai miei alunni della paritaria.

Svolgo il mio lavoro con serietà e professionalità, predispongo le programmazioni, i miei studenti avranno gli stessi requisiti utili a proseguire il loro percorso nella scuola secondaria di secondo grado, ma tale paritarietà è riconosciuta solamente a loro.

I docenti che li hanno formati, invece, subiscono continue discriminazioni e, tra queste, l’ultima beffa che esclude dal concorso straordinario-bis quanti prestano servizio nella scuola paritaria.

Personalmente, posso far valere solamente due dei cinque anni complessivamente prestati nella scuola statale, come tanti altri che sicuramente si ritrovano nella mia stessa situazione.

È possibile che il servizio nella paritaria non possa valere neppure come aspecifico?

E ancora mi domando: in base a quale criterio gli anni di esperienza sono “soggetti a scadenza”? Quale differenza potrà esserci mai tra l’anno 2016/2017 e i successivi?

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