Per una scuola nuova serve un cambio di prospettiva. Lettera

Inviata da Enrico Fortunato Maranzana – Nel marzo del 2020 il legislatore ha operato una distinzione radicale tra la finalità della scuola e quella dell’università: una vera rivoluzione.
L’organizzazione accademica, fondata sui dipartimenti disciplinari, non deve più essere presa a modello.
La scuola, invece, deve conformarsi alla cultura sistemica, in cui i traguardi formativi generali fungono da collante per tutte le attività.
La legge non ha l’intento rinnovare la struttura amministrativa del settore cultura, ma ha una valenza metodologica. Mentre i processi universitari si sviluppano dal basso verso l’alto, partendo dalle conoscenze disciplinari per arrivare alla preparazione professionale, quelli della scuola procedono in senso opposto: dai risultati formativi generali, attraverso successivi raffinamenti, orientano i singoli insegnamenti.
È sconcertante constatare come questa legge sia rimasta inapplicata; è però una prassi consolidata, attiva da mezzo secolo. Questa sistematica disubbidienza solleva interrogativi sulla reale volontà di innovare il sistema scolastico.