Per avere la Carta del Docente bastano 150 giorni di supplenza, lo dice il Tribunale
Il Tribunale di Padova, in particolare, ha emesso una sentenza il 23 aprile, assegnando €1.500 a un insegnante supplente che aveva fatto ricorso tramite Anief. Il giudice ha chiarito che un impegno di 150 giorni per anno scolastico è sufficiente per equiparare i diritti dei supplenti a quelli dei docenti di ruolo part-time, consentendo anche la retroattività del risarcimento per gli ultimi cinque anni.
La sentenza del Tribunale di Padova stabilisce che per essere comparabili ai docenti di ruolo, i supplenti devono avere lavorato almeno 150 giorni nell’anno scolastico di riferimento. Questo criterio corrisponde all’orario minimo di un docente part-time secondo il CCNL e altre normative pertinenti. Inoltre, il tribunale ha sottolineato che i benefici derivanti dalla Carta del Docente non sono vincolati esclusivamente all’anno scolastico di riferimento, invalidando le pretese che limitavano i risarcimenti agli anni scolastici specifici.
La decisione si appoggia a giudizi precedentemente favorevoli da parte di altre autorità giuridiche europee e italiane, sottolineando la non discriminazione tra i docenti a tempo indeterminato e quelli a tempo determinato. Secondo il giudizio, ogni forma di discriminazione contro i docenti supplenti va contro il principio di eguaglianza garantito dalla Costituzione e potrebbe compromettere il diritto all’istruzione.
Il tribunale ha confermato il diritto del ricorrente di ricevere la Carta del Docente per gli anni scolastici 2020/21 al 2022/23, condannando il Ministero a erogare il beneficio con le stesse modalità riservate al personale a tempo indeterminato. Il Ministero è stato anche condannato a coprire le spese legali del ricorrente, compreso un compenso specifico per le spese processuali.