Per alcuni un amico, per altri un nemico, ecco il vocabolario di greco!
Il mondo degli studi classici porta con sé una miriade di sfide, ma una in particolare si distingue: il vocabolario di greco. Questo strumento, sia nella sua forma cartacea che digitale, rappresenta un elemento fondamentale per studenti e appassionati della lingua greca.
Tuttavia, a seconda dell’esperienza e della prospettiva personale, può essere visto come un fidato alleato o come un avversario formidabile.
Per chi si avvicina al greco antico per la prima volta, il vocabolario può sembrare una montagna insormontabile. Con migliaia di voci, declinazioni e regole grammaticali, non è difficile capire perché molti studenti possano sentirsi sopraffatti. E non parliamo delle eccezioni! Ma, come ogni sfida, anche questa ha le sue ricompense.
Dopo un iniziale periodo di adattamento e pratica, molti trovano nel vocabolario un alleato insostituibile. Si trasforma in un ponte tra due mondi: quello contemporaneo e quello antico, permettendo agli studiosi di accedere ai pensieri, alle storie e alle culture di una civiltà che ha profondamente influenzato la nostra. Inoltre, diventa un mezzo per arricchire il proprio vocabolario, migliorare le capacità di analisi e comprendere meglio la struttura delle lingue moderne.
D’altro canto, per chi ha avuto una formazione meno approfondita o per chi ha dovuto affrontare metodi didattici meno efficaci, il vocabolario di greco può rappresentare un ostacolo. A volte, è la pressione delle scadenze, o la sensazione di non progredire, che può far sentire questo prezioso strumento più come un nemico che come un amico.
Ma, come spesso accade, la chiave è nell’approccio. Accogliere il vocabolario come un compagno di viaggio, piuttosto che come un avversario, può fare una grande differenza. Con il tempo e la pratica, ciò che una volta sembrava un nemico può trasformarsi in uno dei migliori amici dello studente.
Il mitico “Rocci”
Chi ha studiato al liceo classico, non può non ricordare il mitico vocabolario di oltre 2000 pagine, realizzato da Lorenzo Rocci. Rocci, nato a Fara in Sabina nel 1864, si dedicò per venti anni alla creazione di questo monumentale dizionario. Realizzò la sua opera magnum a mano, trascrivendo con cura citazioni e esempi che rendevano ogni parola comprensibile all’apprendista italiano. In un’epoca in cui mancava un adeguato dizionario greco-italiano, il Rocci colmò questo vuoto, offrendo agli studenti un mezzo autentico per tradurre il greco antico.
Una delle storie più pittoresche che circonda padre Rocci riguarda il suo incontro con Benito Mussolini. Presentando l’opera al Duce, Rocci sottolineò l’unicità e l’importanza dell’opera per la cultura italiana. La reazione entusiastica di Mussolini consolidò il posto del dizionario nelle scuole del paese.
Il “Rocci”, con la sua ricchezza di contenuti, è diventato una risorsa inestimabile per gli studenti. Durante i compiti in classe, questo strumento ha guidato molti attraverso intricati passaggi del greco antico. I dettagliati esempi inclusi nel dizionario spesso svelavano la chiave per traduzioni che, all’apparenza, sembravano ostiche.
Lorenzo Rocci ci ha lasciato il 14 agosto 1950, ma la sua eredità vive ancora oggi. Al di là del testo, il Rocci rappresenta la passione di un uomo per la lingua e l’educazione, e il suo desiderio di fornire agli studenti uno strumento per decifrare la bellezza del greco antico. La sua dedizione è evidente in ogni pagina del dizionario e per molti studenti, il “Rocci” è stato più di un libro: è stato un mentore.