Pensioni scuola a massimo 60 anni di età. Lettera

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Inviata da Mario Bocola – Per il personale docente della scuola secondaria di I grado e per la scuola secondaria di II grado il limite del pensionamento a 43 anni e 1 mese dal 2027, come annunciato da alcune fonti giornalistiche e smentito per ora dall’INPS, non può essere in alcun modo applicato in quanto le generazioni degli studenti di oggi e che avremo domani non lo consentono in alcun modo.

Per gli insegnanti il limite massimo per essere collocati a riposo non deve, ripeto deve superare i 60 anni di età con il massimo contributivo equiparato a 43 anni. Inoltre è da tempo che si discute di requisiti differenti per il personale docente rispetto agli altri apparati della pubblica amministrazione, ma sembra che le istituzioni facciano “orecchio da mercante”.

Ad avvalorare la tesi che il requisito dei 43 anni e 1 mese è impensabile è il mancato riconoscimento per i docenti della scuola secondaria di I grado e II grado dell’insegnamento come “professione usurante” e su questo ci sono tutti i presupposti per il varo di una legge che riconosca usurante l’insegnamento.

Con le nuove generazioni di studenti c’è assolutamente bisogno di energie fresche ed è assurdo pensare che un docente di 67 anni possa stare ancora dietro una cattedra, considerato anche proprio il gap generazionale che divide i docenti e gli alunni che hanno idee, prospettive, metodo di insegnamento del tutto differenti.

Se si dovesse andare nella direzione di confermare il requisito dei 67 anni e un mese anche per i lavoratori della scuola sarebbe auspicabile che il TFR maturato (ossia
la buonuscita di una volta) accantonata con gli anni di servizio venga corrisposta annualmente con lo stipendio per permettere di godersela quando si è ancora nel vigore delle proprie forze. A tutto ciò si aggiunge anche il fatto che i docenti, purtroppo, sono soggetti a vessazioni di ogni genere da parte degli alunni e dei genitori e la cronaca spesso è foriera di episodi del genere.

Quindi l’auspicio è che per la scuola sul tema pensioni, si inizi a ragionare tenendo presente il contesto sociale in cui i docenti sono costretti quotidianamente a vivere e che tutti gli attori in gioco Governo e tutti i Sindacati del comparto istruzione si adoperino per la ricerca di una vera soluzione comune tenendo conto che proprio per la Scuola non si possono applicare le stesse regole adottate per gli altri comparti della pubblica amministrazione.

Inoltre bisogna pensare anche per il raggiungimento del requisito della pensione di provvedere al riscatto gratuito della laurea e di tutti gli altri titoli riconoscibili ai fini del trattamento di quiescenza per tutti gli insegnanti attualmente in servizio che hanno già prodotto dopo l’anno di prova domanda di riscatto della laurea. Quindi riconoscimento della professione usurante e riscatto gratuito della laurea e altri titoli sono gli obiettivi su cui bisogna concretamente e seriamente lavorare nel più breve tempo possibile in quanto questi argomenti non sono più procrastinabili.

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