Pensioni, il governo conferma APE sociale fino al 2028: uscita con 63 anni e 5 mesi e 30 anni di contributi

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Il Consiglio dei ministri ha approvato un decreto-legge che introduce misure urgenti in materia economica e fiscale, con l’obiettivo di sostenere gli enti territoriali e i lavoratori.

Tra le novità più rilevanti, si confermano e potenziano le misure destinate ai lavoratori pubblici e privati che raggiungono l’età della pensione ma decidono di continuare a lavorare. L’intervento mira a garantire una maggiore flessibilità per coloro che si trovano in questa fase della loro carriera professionale.

Un altro punto cruciale del decreto è il rifinanziamento dell’APE sociale, l’anticipo pensionistico che offre un’indennità economica a carico dello Stato. Per il 2024, l’autorizzazione di spesa per l’APE sociale sarà incrementata di 20 milioni di euro per il 2025, 30 milioni per il 2026, 50 milioni per il 2027 e 10 milioni per il 2028.

L’APE sociale è stata istituita nel 2016 e consente a soggetti con particolari requisiti di ricevere un’indennità fino al raggiungimento dell’età pensionabile.

Per ottenere l’indennità è necessario che i soggetti in possesso delle condizioni indicate dalla legge abbiano, al momento della domanda di accesso, i seguenti requisiti:

  • almeno 63 anni e 5 mesi di età;
  • almeno 30 anni di anzianità contributiva; per i lavoratori che svolgono le attività cd. gravose l’anzianità contributiva minima richiesta è di 36 anni (ovvero almeno 32 anni per le categorie di gravosi sopra richiamate). Ai fini del riconoscimento dell’indennità, i requisiti contributivi richiesti sono ridotti, per le donne, di 12 mesi per ogni figlio, nel limite massimo di due anni;
  • non essere titolari di alcuna pensione diretta

L’indennità dell’APE sociale è pari alla rata mensile della pensione spettante, con un limite massimo di 1.500 euro mensili. Essa viene erogata direttamente dall’INPS in 12 mensilità all’anno, fino al compimento dell’età prevista per la pensione di vecchiaia o fino al conseguimento di un trattamento pensionistico anticipato.

Per ottenere l’indennità, i richiedenti devono cessare ogni attività lavorativa, sia essa dipendente, autonoma o parasubordinata, e non devono essere titolari di alcuna pensione diretta. È importante notare che l’indennità non è compatibile con i trattamenti di sostegno al reddito legati alla disoccupazione involontaria.

L’APE sociale è compatibile con attività di lavoro autonomo occasionale, purché il reddito non superi i 5.000 euro lordi annui. Tuttavia, il superamento di questo limite comporta la decadenza dal beneficio e l’obbligo di restituzione dell’indennità percepita.

Nell’elenco delle professioni cosiddette gravose, che danno diritto all’APE sociale, sono citati i “Professori di scuola primaria, pre-primaria e professioni assimilate” – codice Istat 2.6.4 (allegato 3 legge di bilancio 2022).

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