Pensioni, il Governo apre all’uscita a 67 anni ma con il paletto del ricalcolo contributivo
Il governo apre alla flessibilità in uscita sulle pensioni e condivide la richiesta di Cgil Cisl e Uil di superare la rigidità del requisito dei 67 anni previsto dalla legge Fornero. Ma a un prezzo: il ricalcolo contributivo degli assegni pensionistici.
La disponibilità è arrivata nel corso del terzo tavolo di confronto tecnico con i sindacati oggi al ministero del Lavoro.
Un paletto che però smorza la soddisfazione di Cgil Cisl e Uil, che se da un lato non sembrano sottovalutare lo sforzo del governo che ha fornito una disponibilità, seppure generica, anche sulla revisione dei coefficienti di trasformazione e sulla possibilità di eliminare la soglia del 2,8 e 1,5 volte dell’assegno sociale per coloro che raggiungono rispettivamente 64 e 67 anni e la possibilità di tutele ulteriori per i lavoratori disoccupati, gravosi e invalidi, dall’altro lato non fa impennare l’entusiasmo.
Chiusura netta invece sull’ipotesi ribadita da Cgil Cisl e Uil di ottenere in ogni caso la pensione con 41 anni di contributi senza vincoli sull’età.
A fare il punto sulla trattativa, e a misurare le distanze o meno su un intervento condiviso con cui ridisegnare il sistema previdenziale, sarà ora un prossimo vertice politico tra il ministro del lavoro, Andrea Orlando ed i leader di Cgil Cisl e Uil, già slittato una volta per fare posto al confronto di oggi sulla flessibilità, tessera mancante al puzzle in corso, che però al momento non è stato ancora calendarizzato causa impegni internazionali del governo. Si potrebbe svolgere la prossima settimana ma nulla è certo.
“Bene l’apertura del governo, ma attendiamo ora di conoscerne nel dettaglio il merito”, commenta al termine il segretario confederale della Cgil Roberto Ghiselli che non condivide il ricalcolo contributivo offerto dal governo. “Si rischia un taglio degli assegni pensionistici fino al 30%“, ricorda.
Anche la Cisl apprezza la disponibilità del governo ma si oppone al ricalcolo. “Lo scambio non può essere quello del ricalcolo contributivo. Se c’è una traiettoria comune bisogna vedere come ci si arriva“, spiega il segretario confederale, Ignazio Ganga.
E anche per il segretario confederale Uil, Domenico Proietti, è “significativo” che il Governo abbia riconosciuto la necessità di introdurre una maggiore flessibilità nell’età di accesso alla pensione ma è ” sbagliata l’idea di legare questa flessibilità al ricalcolo contributivo che si tradurrebbe in un ulteriore penalizzazione per i lavoratori“.