Pensioni, entro l’estate la riforma: le ipotesi al vaglio per superare la legge Fornero. Al via gli incontri fra Governo e parti sociali. Il Ministro Calderone: “Basta interventi tampone”

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Inizia la partita per avere la riforma delle pensioni: oggi è previsto il primo incontro della Ministra del Lavoro, Marina Calderone, con i sindacati. L’obiettivo? Arrivare ad un sistema più flessibile ed equo già entro l’estate, lasciandosi alle spalle la legge Fornero.

L’incontro, oltre a raccogliere le posizioni di tutte le parti sociali, sarà anche l’occasione per articolare un calendario dedicato sui temi specifici che saranno poi oggetto dei successivi incontri.

La richiesta di Cgil, Cisl e Uil è nota e prevede una flessibilità in uscita a partire dai 62 anni senza penalizzazioni esplicite (oltre quella implicita che si ha versando meno contributi e prendendo l’assegno per più tempo). Ma non solo: nella riforma bisognerà prestare attenzione ai giovani con una pensione di garanzia e l’uscita con 41 anni di contributi senza limiti di età.

Tuttavia, come riferisce l’Ansa, è probabile che la strada sarà quella degli interventi low-cost,  per cui è probabile che si proponga una misura di flessibilità che penalizzi le uscite anticipate rispetto all’età di vecchiaia.

Le parole del Ministro Calderone

Basta interventi tampone. Il tavolo è stato convocato con un obiettivo alto, per dare risposte a chi sta uscendo ora ma anche guardando al futuro previdenziale dei giovani”, ha detto Marina Calderone durante l’incontro del 19 gennaio.

È un impegno preso insieme, è una priorità. Serve per inquadrare gli interventi fatti in legge di bilancio. Questo non è un tavolo allargato come quello sulla sicurezza, serve per creare una agenda per le riflessioni sul sistema pensionistico. Il ministero ascolterà tutti coloro che vorranno portare contributi”.

Al centro del discorso anche opzione donna. “Alcuni interventi non hanno portato consenso, come opzione donna, comunque vi è il massimo impegno per trovare misure per rivedere alcuni passaggi della norma”. Il ministro ha voluto tranquillizzare i sindacati. “Il tema donna e giovani non è soltanto in opzione donna, ma permea tutto il sistema, per cui da questo tavolo devono uscire soluzioni”, ha proseguito, proponendo l’8 febbraio come data per un incontro di approfondimento su giovani e donne.

Le novità con la legge di bilancio

Intanto nel 2023 si avranno misure temporanee per quanto riguarda le pensioni e sono state inserite nell’ultima legge di bilancio, la prima targata Meloni.

Come spiegato in un precedente articolo, l’attuale Legge di Bilancio non cancella nè modifica la Legge Fornero che continuerà ad essere in vigore anche dopo il 31 dicembre 2022. Chi deve andare in pensione con 42 anni e 10 mesi di contributi può, quindi, stare tranquillo. Le modifiche apportata in campo previdenziale non impediranno questo tipo di pensionamento in alcun modo.

Quota 103

Per andare in pensione nel 2023 c’è Quota 103, la nuova formula in vigore dal 1° gennaio al 31 dicembre 2023 da chi matura  62 anni d’età e 41 anni di versamenti.

Fino al raggiungimento della soglia di vecchiaia il trattamento con Quota 103non sarà cumulabile con altro reddito da lavoro, ad esclusione di quello autonomo “occasionale” non oltre i 5mila euro. La legge di bilancio, inoltre, prevede che l’importo della pensione non potrà comunque superare il livello pari a 5 volte il minimo Inps.

Chi è in possesso dei requisiti per la quiescenza tramite Quota 103, potrebbe anche scegliere un rinvio del pensionamento, utilizzando il cosiddetto Bonus Maroni.

Si tratta di un incentivo pari alla quota di contributi a carico del lavoratore dipendente che sarà immessa direttamente nello stipendio. Si stima una percentuale di circa il 9,19%.

Quando si può fare domanda di pensione con quota 103?

Opzione donna

Dal 1° gennaio 2023 Opzione Donna sarà accessibile con 60 anni d’età, solo alle lavoratrici che siano in possesso di specifici requisiti come assistenza al coniuge o a un parente di primo grado convivente con handicap grave; invalidità civile uguale o superiore al 74%; lavoratrici licenziate o dipendenti da imprese per le quali è attivo un tavolo per la gestione della crisi aziendale.

Sempre per quanto concerne Opzione Donna da quest’anno è previsto l’abbassamento della soglia anagrafica di un anno per le lavoratrici con un figlio, dunque si potrà andare in pensione  a 59 anni in questo caso e di due anni per quello con due o più figli, con conseguente addio al lavoro a 58 anni.

Ape sociale

Infine, da ricordare che nel 2023 sarà confermata l’Ape sociale che, con gli attuali requisiti, potrà essere utilizzata dai lavoratori in particolare difficoltà, come disoccupati di lungo corso, caregiver o invalidi civili.

L’Ape sociale, ricordiamo, è una misura che richiede 63 anni di età ed almeno 30 anni di contributi. In alcuni casi, però, alle donne è consentito accedere anche con 28 anni di contributi.

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